Se all’indomani dei precedenti attacchi i Parigini e in generale i Francesi sembravano appoggiare il governo, è necessario costatare che la responsabilità dei dirigenti nella recente strage inizia a emergere, come dimostrato dall’accoglienza al grido di “dimissioni” e “assassini” riservata ai politici presenti alla commemorazione di Nizza. Questa responsabilità è divenuta evidente ai più dopo che, oltre ad avere favorito l’immigrazione di massa e il radicamento dell’islam radicale sul proprio suolo, il governo ha ignorato le misure di buon senso proposte dalle opposizioni e da altri esperti.
Le misure ignorate
Quali? Carcere per i foreign fighters di ritorno (e non solo gli “stage di de-radicalizzazione” previsti); chiusura delle moschee salafite, divieto di attività di proselitismo dell’UOIF – emanazione dei Fratelli Musulmani -, e nelle carceri dove avviene spesso la radicalizzazione; chiusure delle frontiere; decadenza della nazionalità francese per i soggetti binazionali compromessi nel terrorismo e conseguente espulsione dal territorio nazionale; possibilità per poliziotti e carabinieri di portare le loro armi anche fuori servizio. Oltre alle solite raccomandazioni di livello internazionale, il blocco dei finanziamenti e sostegni vari a paesi implicati nel terrorismo (Arabia Saudita, Qatar, Turchia) e reciproco divieto per essi di finanziare attività e costruzioni sul territorio francese.
Da uno Stato che si dichiara da mesi “in guerra”, e dove vige lo stato d’emergenza, i cittadini si aspettavano misure concrete, la cui assenza è stata evidenziata da questa nuova strage. Se è purtroppo indubbio che il terrorismo del “lupo solitario” (che quelli precedenti non erano) è difficilmente contrastabile, l’applicazione delle leggi in vigore, una maggiore fermezza e repressione contro i delinquenti comuni – che sembrano godere di un’aberrante benevolenza dalla giustizia –, e l’espulsione dei binazionali e stranieri criminali ridurrebbe drasticamente i passaggi all’atto.
Soltanto per la notte del 14 luglio, parallelamente alla mattanza di Nizza, sono stati rilevati quasi un centinaio di violenza urbane opere di bande etniche (commissariati assaltati, colpi di mortai contro pattuglie, forze dell’ordine prese a sassate, beni pubblici e macchine incendiate ecc). E’ così sempre più manifesto che è questo “lasciar fare” delle autorità francesi ad aver trasformato la Francia nel terreno di gioco del terrorismo islamico, reso possibile a sua volta dalla presenza e dalla radicalizzazione di un numero crescente di musulmani.
Questi attentati hanno inoltre fatto luce su una nuova forma di terrorismo, senza più gerarchia, un terrorismo islamico fai da te – non esiste la tessera “membro dell’ISIS” – compiuti da nord-africani con passaporto francese, prodotti viventi del fiasco dell’integrazione e della società multirazziale, e le cui pulsioni omicide vengono nobilitate dalla figura del combattente inerente all’islam e istigata dallo Stato Islamico.