“La destra? Pensavo dovesse stare ferma un giro, qualche ora fa mi sono convinto che debba stare ferma almeno due giri, così da eliminare tutti quelli che fino a oggi hanno contribuito alla distruzione di quell’area del nostro Paese che adesso vota per i grillini”: in una intervista a Lettera43, lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco si sofferma sugli orizzonti possibili “a destra”. E individua nella presenza del vecchio ceto politico, già distruttore del partito della Fiamma, l’ostacolo insormontabile per ricreare un movimento in grado di avere un futuro. La visione di Buttafuoco configura una presa di distanza dai quadri ex An, dopo il risultato romano della Lista Storace-Alemanno-Fini, già abbondanti dagli elettori.
Infine il nodo M5S: i grillini raccolgono il voto di protesta dell’area di destra non governativa, che non si ritrova nello stile inadeguato di chi pensa, pur raccogliendo percentuali risicate, di poter imporre un modus operandi dei colonnelli aennini dei tempi d’oro. Tanti postfascisti votano Grillo come segnale di distanza da una classe dirigente di destra rivelatasi fallimentare. Prima lo si comprende – basta guardare i flussi a Roma e Torino – e prima ci saranno le basi per alternative serie sul fronte patriottico.