Dalle pagine del Corriere della Sera giunge una proposta non “politicamente corretta” e inaspettata volta a scuotere il mondo politico e culturale italiano ed europeo. A farsene portavoce è Ernesto Galli della Loggia, di solito molto compassato nelle sue analisi e rappresentante di un mondo occidentale moderato non intento ad alzare i toni.
“Dovremmo una buona volta – spiega Galli della Loggia – porre anche il problema dell’Arabia Saudita che è il vero cuore della violenza terroristica islamista perché ne è di gran lunga il maggiore finanziatore”. Ed ancora “mi chiedo, non si possono immaginare nei confronti dell’Arabia Saudita e dei suoi dirigenti misure di sanzione, diciamo pure di rappresaglia, volte a colpire gli interessi di cui sopra? Proprio l’idea che agli occidentali interessi più il denaro di qualsiasi altra cosa è tra le cause di quel disprezzo culturale che ha non poco a che fare con lo scatenamento della violenza specialmente contro di essi. Quale migliore occasione, allora, per dimostrare che le cose non stanno proprio così, che ci sono anche per noi cose più importanti del denaro?”
Per una delle firme più prestigiose del Corriere è, quindi, giunto il momento di cambiare strategia e porsi di fronte alla minaccia globale del terrorismo figlio dell’integralismo islamico in modo diverso guardando al cuore del problema. Quell’Arabia Saudita con cui l’Occidente nei fatti fa affari da decenni non andrebbe più vista, allora, come partner economico ed alleato, bensì invece catalogato come il pericolo maggiore per la sicurezza dell’Europa.
L’idea di un Occidente meno materialista e più idealista farà breccia nelle classi dirigenti nostrane? La sfida di Galli della Loggia, che sembra politica e culturale innanzitutto, sfata alcuni tabù buonisti ricordando inoltre che la religione, interpretata in modo fanatico ed esasperato, è alla base della cieca violenza e della furia islamista. Non motivazioni sociali né economiche o di altra natura, ma chiaramente e marcatamente religiose.
Un concetto scontato ma che nell’Europa delle colpe sempre da espiare e della visione multiculturalista e forzatamente dialogante, in realtà è una novità, specie se proviene da una penna equilibrata e da un giornale non incline a posizioni cosiddette populiste.
@barbadilloit