Un personaggio trovato per caso, come le cose che contano di più nella vita. Giorgio Ballario, già autore di romanzi ambientati nell’Africa «fascista», in questo suo nuovo libro ha deciso di affrontare la vita e «l’opera» di un strano personaggio: Albert Spaggiari (1932˗1989). Il lettore attento può individuare nelle due epigrafi scelte all’inizio dell’opera, una di Bertold Brecht e l’altra di Ezra Pound, quale sia la chiave di lettura che Ballario fa del percorso di vita di Spaggiari. Brecht un comunista, Pound un «fascista», ma alla fine due figure di spicco della cultura del tragico Novecento, della «guerra civile europea» e «mondiale».
Ma chi è questo francese di cognome italiano: Spaggiari? Ballario nel suo libro, in modo non cronologico (scelta narrativa molto più interessante per il lettore), racconta l’avventura di un uomo che fu un poco di tutto nella sua vita: «parachutiste» volontario nella Guerra d’Indocina e dopo questa esperienza militare, fedele al suo impegno, fu anche militante della OAS del generale Salan.
Ma la notorietà di Spaggiari è avvenuta non come «soldato perduto», come quelli descritti nei famosi romanzi di Jean Lartèguy. Bert, come Spaggiari era chiamato da chi lo conosceva, dopo una vita senza molto «senso» e alcuni anni trascorsi a fare il fotografo nella città di Nizza, decide di pianificare il «furto del secolo».
Il resto di questa affascinante storia, raccontata in modo folgorante da Ballario, è davvero da brividi. Alcuni altri aspetti del libro sono da prendere in considerazione: l’apparato iconografico, la bibliografia molto accurata e l’aspetto materiale del volume. Idrovolante Edizioni e il suo direttore editoriale Roberto Alfatti Appetiti hanno iniziato un lavoro di alto livello culturale, nel mestiere di recuperare libri indispensabili per la formazione di una visione non conforme della realtà, cercando di dare al lettore volumi come questa biografia di Spaggiari.
Come ha scritto un altro uomo di valore, egli stesso un reduce delle guerre che Spaggiari ha vissuto, Hèlie Denoix de Saint-Marc: «La vie est un combat. Le métier d’homme est un rude métier. Ceux qui vivent sont ceux qui se battent.» . Crediamo che Albert Spaggiari abbia vissuto in osservanza di questa «regola», al di là del bene e del male.
* Andrés Eugui, 31 anni, brasiliano di São Paulo, ha studiato filosofia, è appassionato di cultura italiana ed è collaboratore di Barbadillo dal Sudamerica