Secondo l’Economist sarà l’Italia la prossima economia dell’area Euro a vacillare, fortissimamente. Colpa del sistema bancario che ha in pancia 360 miliardi di euro in titoli tossici, colpa dell’assenza di ogni margine significativo di crescita economica e della disoccupazione più alta in Europa seconda solo a quella della desolata Grecia, colpa del rigore delle normative europee immodificabili perché tra qualche tempo si va a votare in Germania e dare respiro al sistema economico italiano significherebbe, per la Merkel, perdere in consensi. Il pericolo, per l’autorevole rivista britannica è di sistema: “Se non viene affrontata con cura, la crisi italiana rischia di causare la dissoluzione dell’area euro”.
Scrive l’Economist: “L’Italia ha urgente bisogno di un repulisti marcato e generale nel settore bancario. Con gli investori privati che scappano e il fondo salva-banche ormai quasi del tutto già utilizzato, il governo dovrebbe decidersi per una bella iniezione di denaro pubblico. Il problema è che ciò sarà impossibile. La nuova normativa europea impedisce agli Stati di salvare le banche a meno che non siano già stati pagati tutti i creditori. […] E poi in Italia grazie a certe stranezze normative, parte dei 200 miliardi di euro in obbligazioni bancarie sono state piazzate a investitori ordinari, cittadini comuni. Quando a novembre la nuova normativa è entrata in vigore uno di questi investitori s’è suicidato. E ciò ha causato una tempesta politica. Spingere, di nuovo, gli italiani a farsi carico delle perdite del settore bancario comporterebbe al presidente del consiglio Matteo Renzi un inimmaginabile danno politico”.
E c’è pure spiegato il perché di tanto rigore da parte della Germania:
“Berlino dice, giustamente, che l’Italia s’è causata i suoi stessi problemi. […] Un sistema incerto che permetta agli Stati membri di scegliersi quale regole applicare per sè innervosisce moltissimo gli elettori tedeschi. Tanto Renzi avrebbe da guadagnare con la sospensione delle normative attuali, quanto alto sarebbe il costo politico della “clemenza” in Germania, dove si vota l’anno prossimo. Intanto la Merkel ha già risposto al premier italiano: “Le regole del sistema creditizio le abbiamo già scritte, non possiamo cambiarle ogni due anni”.
Lo scenario, possibile, per l’Economist è il trionfo in Italia dei populismi e, in particolare, del Movimento Cinque Stelle. Cosa che danneggerebbe, e non poco, l’Ue del rigore se non trova spazio di manovra e flessibilità per “ripristinare la salute del settore bancario italiano”. “La lezione della Brexit – avvisa The Economist – è che speculare sulle paure degli elettori non rappresenta una strategia sostenibile. L’approssimativa architettura finanziaria dell’eurozona va ripensata analizzando le paure e i timori sia nei Paesi debitori che in quelli creditori”.
@barbadilloit