Forse è un giallo, forse no. Tuttavia in Spagna la polemica è cocente quasi quanto quella che è seguita alla sconfitta patita dalla Furie Rosse contro la Croazia. Prima che l’incontro di Bordeaux iniziasse, la colonna difensiva del Barcellona e della Selecion, Gerard Piqué, ha sfoderato un bel dito medio alzato – a favor di telecamere – durante l’esecuzione della Marcha Granadera, l’inno nazionale spagnolo. Sospettano sia un gesto di ribellione “catalana” al centralismo castigliano di Madrid. Ma tutti corrono a smentire.
Piqué s’è subito difeso e schermito: “Ho solo incrociato le dita, voglio assolutamente vincere l’Europeo con questa squadra che è una famiglia. Assurdo montare una polemica, mai ho mancato di rispetto nè alla nazionale nè a questo Paese”. Marca ingaggia una violenta diatriba con Diario Olè, giornale sportivo argentino che ha lanciato nel web l’accusa e difende il calciatore catalano: “Era proprio l’ultima cosa che mancava. Di tutte le critiche di questa non se ne sentiva proprio il bisogno dato che Piqué ha sempre mostrato il suo attaccamento alla nazionale arrivando a vestire il figlio, nel 2012, con la maglia della Roja”.
Don Balon si lancia nelle ipotesi di complotto: “C’è chi spera di mettere zizzania nello spogliatoio e tra calciatori e tifosi”. Nel frattempo le polemiche sulla “nuova” Roja – lontana dai fasti di Sudafrica 2010 e Ucraina-Polonia 2012 – continua.
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