E pure queste elezioni, parafrasando il mitologico Covelli di Vacanze di Natale, ce le siamo tolte davanti. Però le amministrative che hanno consegnato Roma e Torino al Movimento Cinque Stelle lasciano strascichi importanti e rappresentano, plasticamente, profondissimi cambiamenti all’interno dell’elettorato italiano. E non sempre è vero, come disse Mao, quando grande è il disordine sotto il cielo la situazione è da considerarsi eccellente. Anzi. Secondo Marcello Veneziani la politica, ormai senza il nerbo della motivazione, s’è trasformata in “un topo morto”.
Sono state elezioni di lacrime e sangue. Chi ha vinto e chi ha perso?
Ha perso la politica, da sinistra a destra, ha vinto chi era fuori, contro, nuovo. E’ stato un biovoto, a chi era fresco perchè fresco, un voto anagrafico non politico, umorale non meditato. La verginità è l’unico requisito decisivo per la politica. L’importante è non avere una storia, una provenienza un curriculum. Mezza Italia non vota, mezza Italia vota per sfregio o per disperazione, solo pochi lo fanno con vera convinzione.
Bersani, solo poche ore fa in tv, ha ammesso lo scollamento della politica dalla realtà. Colpa di “amici troppo amici” e di applausi troppo rumorosi. Vale, ciò, solo per il Pd di Renzi?
Ma no, Renzi era anche il prodotto di questa situazione, è figlio del collasso della sinistra e della berlusconizzazione. La politica ha perso la motivazione, è come sto ripetendo in queste ore, un “topo morto”. Il problema è che finito il partito classico, e il suo mondo ideologico, non c’è stato niente che lo abbia adeguatamente sostituito, solo il magma, gli umori momentanei, il nulla. La politica era diventata una collezione di fatti personali, un’appendice vistosa del privato…
La destra si risveglia residuale o decisiva?
La destra non si è risvegliata, i suoi contenuti sono vivi, i suoi contenitori sono inadeguati, le sue etichette sono morte. C’è un’opinione pubblica in sintonia con certi temi ma non trova espressioni, non trova punti di riferimento, media o politici, è costretta a nascondersi a vergognarsi. Quelli di destra sono i nuovi clandestini irregolari del nostro paese. Fratelli d’Italia è poco, meglio il poco che niente, ma è ancora troppo poco, è solo una leader e poi intorno il nulla.
Meloni, Salvini, Berlusconi. Cos’ha in serbo per loro il futuro? Una ricostruzione è ancora possibile partendo da loro?
La Meloni non basta, come non basta Salvini. Berlusconi invece basta, nel senso che ha fatto il suo tempo e ora basta. Ha già distrutto tutto ciò che aveva costruito e ha lasciato il campo peggio di come l’aveva trovatto prima che cendesse in campo. Il futuro non si è ancora delineato, c’è ancora da costruire. Ma ho due grandi dubbi: c’è davvero bisogno di un leader o piuttosto occorre prima una strategia, un’idea e un movimento che si faccia area, voce, comunicazione, messaggio? E poi: c’è davvero bisogno di ricomporre il centro-destra o la partita da giocare, visti i fallimenti precedenti di governo e di coalizione, sia un’altra, sia più radicale, in sintonia con la mezza Europa che sceglie movimenti popolari, nazionali e otusider contro l’establishment, l’apparato, il sistema?
Son passate tre Repubbliche e Mastella vince ancora a Benevento. É la narrazione di un Sud indolente e succube oppure di un Mezzogiorno troppo scafato per affidarsi alla retorica del “nuovo”?
E’ puro vintage, e non una tendenza rinascente della politica. Mastella non è la norma ma l’eccezione, come probabilmente il Sannio, non credo che la politica stia aspettando la parusia di Andreotti… Neanche il sud, mi pare. E’ un giusto castigo per il nuovismo, una specie di pernacchia all’ossessione del nuovo, insomma uno sberleffo, non una restaurazione.
Un boato ha accompagnato sul web la proposta “insana” di rifondare L’Italia Settimanale. Cosa bolle in pentola?
Bolle la pentola ma non c’è la pasta. E’ un sasso lanciato nello stagno dopo che per anni ho considerato chiusa e irripetibile quell’esperienza, legata a un clima e a una situazione diversa. Ma ora che nessuno più esprime un mondo di idee e di scelte, che vanno dai temi bioetici a quelli nazionali e popolari, occorre qualcuno che dica: meglio Putin di Obama, meglio Marine Lepen di Hollande, meglio le destre di Polonia, Ungheria e Austria che d’Inghilterra, Spagna e Italia, perfino meglio Trump che la Clinton, meglio CasaPound che Casamonica, meglio la famiglia che le coppie gay, prima gli italiani dei migranti, meglio l’onore che il profitto…