
Prosegue il dibattito su Barbadillo.it sui prossimi scenari del centrodestra. Ecco l’intervento di Giovanni Donzelli che evidenzia come i propositi di Alessandra Mussolini siano franati davanti al successo di Giorgia Meloni a Roma
“La mia missione era solo fermare la Meloni” Così la capolista di Forza Italia a Roma nelle sue dichiarazioni pubbliche. Queste frasi spiegano meglio di qualsiasi analisi politologica perché il centrodestra che conoscevamo è finalmente morto. Questa volta speriamo per davvero. Ultimamente il centrodestra nato con Berlusconi, Fini, Casini e Bossi sembrava come il cattivo nei polizieschi di basso livello: nato buono, diventato cattivo e alla fine quello che non muore mai. Quello che anche da morto si rialzava ogni volta minaccioso e sempre più distrutto, decomposto e orripilante.
Il declino inarrestabile del vecchio centrodestra
La prima volta il centrodestra nato buone era morto da cattivo già quando il 14 dicembre 2010, sventato il complotto Fini-Napolitano, era mancato il coraggio di ripresentarsi immediatamente agli elettori per chiedere nuovamente la fiducia per un buon Governo, preferendo vivacchiare a suon di Razzi e Scilipoti. Era morto anche quando nel novembre 2011 aveva abdicato sotto i colpi di spread del secondo complotto di Napolitano e della Merkel e aveva dato vita al pessimo Governo Monti. Era morto anche quando nel 2012 aveva deciso di rinunciare alle primarie dopo averle indette. Era morto anche quando nella primavera 2013 una parte del centrodestra aveva scelto di proseguire con la follia dei governi delle larghe intese sostenendo il Governo Letta. Era morto ancora più palesemente a gennaio del 2014 quando davanti a tutte le telecamere si era manifestato quel “patto del Nazareno” tra Berlusconi e Renzi che in realtà sottotraccia esisteva già da anni.
Nel frattempo qualcuno aveva scelto di far nascere altro. Così era nata quella folle (e oggi possiamo dire lungimirante) sfida lanciata da Guido Crosetto con Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Così è nata anche la candidatura a Roma di Giorgia Meloni. Dalla voglia di non rassegnarsi.
La missione più importante per Berlusconi, secondo i racconti di Alessandra Mussolini, era quella di “Fermare la Meloni”. Non ci sono riusciti. Anzi hanno ottenuto il risultato opposto. Anche se hanno regalato a Renzi il ballottaggio a Roma hanno dato il colpo di grazia al protagonista della cattiva politica in quel film di pessima categoria. Hanno fatto consacrare nelle urne la vittoria di Giorgia Meloni su Silvio Berlusconi. Hanno regalato a Giorgia quel parricidio consumato nel consenso che mancava per sancire definitivamente una nuova leadership nel centrodestra. Una leadership che ha cancellato il complesso a destra del conflitto di interessi, dimostrando con generosità la disponibilità a sacrificare l’interesse personale più forte al mondo per il bene collettivo. Invece di parlare alla pancia potremmo dire che Giorgia ha parlato al cuore e alla testa con la pancia.
Fratelli d’Italia ha dimostrato certamente limiti da superare che non nascondiamo nelle metropoli, però ha mostrato anche risorse incredibili in città grandi, medie, piccole e piccolissime. Non c’è solo la mitica Francesca Delmastro che a Rosazza diventa sindaco trascinando Fratelli d’italia al 77,46 per cento o il 16 di Roma di FdI e la lista civica di Giorgia, il sorpasso a Grosseto su Forza Italia con oltre l’8 per cento o il successo del primo turno di Nicola Calandrini a Latina. Ci sono le affermazioni in decine di comuni che hanno trascinato Fratelli d’Italia a superare il 6 per cento nazionale e a sfiorare l’8 per cento insieme alle civiche di diretta espressione.
I numeri di Fratelli d’Italia
Ho letto ricostruzioni giornalistiche in cui per ridimensionare il successo di Fratelli d’Italia sono arrivati a fare i conti “escludendo Roma”. Mi permetto allora di seguire lo stesso giochino e di stabilire che se togliamo Milano, Fratelli d’Italia esce come il primo partito con il 6,05% seguito da Forza Italia con il 5,57% e ultima la Lega con il 3,95%. Ma la Politica è altro e non sono queste né le cifre né i calcoli che ci entusiasmano.
Il futuro
Adesso guardiamo al futuro. Un futuro in cui la destra e la Lega, ridisegnata in versione patriottica da Salvini, potranno insieme alle migliaia di liste civiche presenti sui territori far nascere il centrodestra dei prossimi decenni. C’è posto per tutti, tranne che per chi ha l’obiettivo di fermare noi e non la sinistra.
*coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia