18 maggio 1941. Muore a Berlino il sociologo, economista e storico Werner Sombart.
Era stato allievo di Toniolo nell’Università di Pisa e, laureatosi a 27 anni a Berlino, aveva ottenuto subito la cattedra di Scienze economiche a Breslau (Breslavia) per poi passare ad insegnare Sociologia a Berlino.
Gli fu rapidamente affibbiata l’etichetta di docente “rosso” per aver proposto e ottenuto lo studio di Karl Marx nelle Università tedesche, in precedenza colpito da duro ostracismo.
Come Marx, ma da una diversa angolatura, aveva studiato il Capitalismo ed era andato alla ricerca delle sue origini individuandole in particolare in fattori religiosi e di aggressività (“il capitalismo nacque da uno spirito ben diverso dal pacifico stato d’animo del droghiere”, sostenne).
Nel 1902 uscì “Der moderne Kapitalismus”, uno studio in sei volumi. Nel 1909 pubblicò una biografia di Marx e assieme a Max Weber dette vita alla Deutsche Gesellschaft für Soziologie (la Società tedesca di sociologia).
Nella Repubblica di Weimar fu uno dei teorici della destra anticapitalista, alfiere dell’anticapitalismo assoluto.
Il figlio, Nicolaus Sombart, nato nel 1923, fu un esponente Bündisch della Konservative Revolution.