Il gioco è questo: schiacciare la candidatura a sindaco di Roma di Giorgia Meloni nell’angolo della destra populista. Tra i protagonisti di questa operazione c’è Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, riesumato da Lucia Annunziata su RaiTre per un confronto con Giovanni Toti, governatore della Liguria. Fini è un sostenitore scatenato del fronte neocentrista che sostiene Alfio Marchini come primo cittadino di Roma. E in questo percorso Fini è convinto di traghettare anche tanti elettori della destra, una volta orientati per la Fiamma.
Le considerazioni di Fini ricalcano le tesi del fallimentare progetto che fondò con Futuro e Libertà, ma nella foga oratoria all’ex leader di An proferisce anche elogi per la scelta di Silvio Berlusconi, king-maker dell’appoggio di Forza Italia al costruttore romano.
Gli elettori di destra seguiranno i consigli di Fini, affondatore di Msi, An e Fli?
L’ennesima piazzata di Fini contro la Meloni potrebbe però, per eterogenesi, rafforzare le ragioni di distinzione e alternativa della candidata di Fratelli d’Italia e Lega. Tanti militanti di destra o semplici elettori di destra non hanno dimenticato la serie di scelte fallimentari operate da Fini, dalla fusione con Forza Italia nel Pdl, alle posizioni occidentaliste, alla vicinanza ai salotti finanziari e alle tesi di Mario Monti…
L’elogio di Fini per Marchini
Ecco Fini versione politologo e veggente: “La guida del centrodestra non potrà essere espressione di quella che io chiamo la destra populista, con Salvini e Meloni. A Roma sono convinto che Marchini possa diventare sindaco. E’ un candidato che cerca di fare il sindaco ed è l’espressione di un modo di governare la città alternativo. Io credo che una grande parte di elettori del centrodestra voterà Marchini, perchè lui vuole fare il sindaco -ha aggiunto- La Meloni, invece, vuole fare quello che riuscì a me nel ’93, accendere i riflettori e diventare parte della vita politica nazionale. Marchini non ha questo obiettivo”.
Fini torna in campo per la campagna per il no al referendum di ottobre
Dopo i vaticini pro Marchini, Fini si posiziona in pista per il referendum sulla riforma costituzionale: “Finite le amministrative ci sarà la madre di tutte le battaglie, quella del referendum, in cui io voterò con Salvini e si ricreerà un fronte denso di significati politici. Se Marchini diventa sindaco fa capire che dopo la battaglia sul referendum, quando si sarà nel vivo della campagna elettorale per le politiche, la guida del centrodestra non potrà essere espressione del duo Salvini-Meloni: il profilo del candidato premier se sarà legato alle parole del duo Salvini-Meloni perde. Se no può vincere”.