
Idee e proposte di Norbert Hofer, candidato del partito della libertà in Austria, il più suffragato nel primo turno delle presidenziali. Ecco una sintesi per temi dell’intervista concessa al Corriere della Sera.
La sicurezza dei confini nazionali
«Non sono certo felice del blocco sul Brennero: ma finché le frontiere esterne della zona Schengen non funzionano, dobbiamo mettere in sicurezza i nostri confini nazionali. Spero che sia solo una misura temporanea e di poter arrivare in fretta ad una situazione in cui l’area di Schengen sia sicura».
La querelle con l’Italia
«Dipende da Roma e dai politici italiani rispettare i propri doveri legali e mettere in sicurezza i propri confini esterni. Sta a loro non commettere l’errore della Grecia che non rispetta le proprie leggi. È responsabilità di Roma: se non se la assume, noi siamo costretti ad agire».
La gioventù da soldato
«Sono consapevole che non sia facile: quando ero un giovane soldato sono stato di guardia al confine esterno di Schengen — e per noi era anche più facile, perché non avevamo coste. Se l’Italia non ce la fa da sola, dobbiamo rafforzare Frontex, le devono essere dati gli uomini necessari. Ma senza questa messa in sicurezza diventa impossibile aprire i confini interni all’Europa. La promessa dell’intesa europea d’altronde era: facciamo funzionare le frontiere esterne, così non abbiamo più bisogno di quelle interne. I rifugiati devono rimanere nel primo territorio sicuro in cui arrivano. Quello in cui sono davvero arrivati, però».
L’accodo di Dublino
«L’accordo di Dublino lo abbiamo firmato tutti. E tutti sapevano cosa c’era scritto: gli italiani avrebbero potuto rifiutarsi. Ma se si sottoscrive, va mantenuto. Spero che in pochi anni arriveremo a una situazione in cui non ci saranno più così tante persone che premono per arrivare qui. Ma adesso è così».
I rapporti con l’Italia
«È un peccato, perché l’Austria ha sempre avuto un ottimo rapporto con l’Italia e gli austriaci sono sempre venuti in vacanza in Italia: conoscono gli italiani, e viceversa. Io mi impegnerò per far sì che rimanga buono, ma l’Austria non ha alternative: bisogna fermare la corrente. Altrimenti saranno gli altri Paesi che rimprovereranno a noi di farla passare».
Unione in pericolo?
«Non se collaboriamo amichevolmente e siamo consapevoli del fatto che dobbiamo lavorare ancora insieme a un’Europa comune e a un’Europa sussidiaria. Questo è il mio obiettivo: un’Europa sussidiaria che non sia uno stato centrale. Ma se pensiamo di costruire uno stato centrale in cui i Paesi membri hanno poco da dire allora è difficile».