Realizzammo su di loro la promessa: salvammo loro e quelli che volemmo e facemmo perire i prevaricatori.
(Sura dei Profeti)
Diego Pablo Simeone è grande. E il suo Atletico annuncia al mondo che il Barcellona si può battere. E, anzi di più: non solo gli epigoni del tiquitaca si possono sconfiggere ma si può perfino indurli a mostrare la loro natura insospettabile (?) di frignoni.
I colchoneros hanno dipinto un’impresa che è epica perchè, dimostra, che non è stato un episodio. L’Atletico di questi anni è la vera terza via all’altrimenti pallosissima Liga, scontro privato tra gente piena di soldi: da un lato (magari quello destro?) il Real Madrid baldanzoso e borioso, tecnocratico robotizzato nell’acronimo CR7 e nella fisicità dell’Asso di Denari Bale, dall’altro (sulla sinistra?) il Barcellona dei buoni sentimenti, delle agiografie scic, dei calciatori pittati (manco l’amatissimo a chi scrive Luis Suarez ha conservato, nella narrazione, una stilla di cattiveria, Fonseca a parte).
Diego Pablo Simeone è grande. E il suo Atletico ha fatto frignare i giganti di Catalogna. Antoine Griezmann ha tozzoliato il testone pensoso di Leo Messi e Arda Turan, Efialte blaugrana al soldo di Serse Luis Enrique, s’è dovuto ricordare come si dice, in turco, “rosico”. Diego Pablo Simeone non è stato Leonida, lui ha vinto e ha fermato il nemico alle porte delle semifinali di Champions.
Nemico, attenzione. E non avversario, parola che sa troppo di borghesismi da gentleman effemminati. Perchè il Cholo è guerriero, cannibale e senza pietà. Infonde e ha infuso alla squadra che l’ha seguito il suo spirito indomabile. Occhi iniettati di sangue e cazzimma, gambe spinte dal furor. É un berserkir sudamericano, il Cholo che se ne strafrega della civilizzazione tattica della melina 2.0 praticata dai persiani di Catalogna.
Diego Pablo Simeone è grande. E ha sgonfiato i giganti inducendoli a frignare per un rigore non avuto. E i colchoneros, allora, cosa avrebbero dovuto dire sul trattamento patito dal redivivo Torres all’andata. Torres, a proposito, un altro dei miracoli di San Cholo da Buenos Aires: spento, abulico, estremamente professionale nel timbrare il cartellino (e basta). Fernando era, al Milan e pure prima, un noioso burocrate del calcio. A Madrid è rinato. Vedi che non basta l’etica, la morale e il senso dell’attaccamento al lavoro per essere leggende? C’è bisogno del cuore e il Cholo lo sa. Perciò Diego Pablo Simeone è grande e l’Atletico Madrid è il suo profetico capolavoro.
@barbadilloit