Nella capitale del libero mercato,della libera circolazione, dei paladini dell’uguaglianza, della solidarietà, dell’ibrido culturale, del “vogliamoci bene” e del continuo azzeramento dei nostri valori e della nostra concezione di vita, si è consumata oggi una tragedia immane. L’ennesima. Doveroso è però analizzare anche cosa abbia portato questo a cominciare dal modello di integrazione francese e belga, ormai visibilmente fallito, che consistette nel mettere gli ospiti, attualmente tanto graditi e coccolati, in ghetti periferici, magari anche senza luce, o acqua. Ovviamente non è una scusante, ma è per sottolineare l’ipocrisia di certi paesi. Succede infatti, che quando si arresta un terrorista, la gente residente in questi ghetti tiri sassi alla polizia e succede pure che a capodanno una città si sia trovata in stato di assedio e che poi scoppino due bombe all’aeroporto, mentre a Parigi c’è stata una mattanza nel locale Bataclan. Per fortuna, vien da dire, c’è chi costruisce muri e difende la propria terra, la propria comunità e la propria identità, e c’è chi bombarda a tappeto e combatte l’Isis, come l’esercito siriano, ragazzi dimenticati dai giornali di regime liberal ma ai quali dovremmo ogni giorno dedicare una preghiera. I frutti del perbenismo e delle dottrine liberal si stanno raccogliendo, e questi frutti, sono stati piantati e seminati a suon di bombe dai terroristi nel campo della sterile stupidità creato dall’UE che ci propina da sempre un’idea di mondo e di individuo omologato e lontano da ogni fonte di identità e di tradizione.
Una Unione Europea tanto debole quanto inutile che esiste solo quando c’è da arricchire qualche grasso banchiere e non quando uno Stato Europeo subisce un attacco di questa portata. Aggiungiamo poi a questo la debolezza, spirituale soprattutto, del cittadino europeo medio: A Colonia i nipoti di chi, nel bene o nel male prese in spalla un panzerfaust per difendere casa sua a Berlino, ma che un domani potrebbero essere i nipoti di chi combattè ad El Alamein o sbarcando in Normandia, son scappati di fronte a qualche decina di stupratori.
È necessario che i giovani europei si ribellino a questo sistema malato. La prima battaglia da iniziare e da vincere è interiore e culturale. Leggere Jünger ed imparare ad aver rispetto per la guerra che, come diceva lo scrittore tedesco, “non è solo nostra figlia ma anche nostra madre.” Capendo quindi, come la guerra, le trincee ed il sangue abbiano fondato la nostra Europa, l’Europa dei popoli, e non dei burocrati. Forse, a questo punto potremmo salvarci. Tenendo a mente le parole di Dante pronunciate nella Divina Commedia da Cacciaguida: “sempre la confusion delle persone principio fu del mal delle cittade”me ricordando che c’è chi ha come modelli Junger e Dante e chi Saviano o Jovanotti. Perché no, non siamo tutti uguali.