“L’estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi”. La citazione di Ovidio riprodotta nella quarta di copertina si poteva posizionare anche come esergo al bel libro curato da Davide Sisto dal titolo Natura, tecnica e cultura. Profili etico-pubblici del dibattito sulla natura (Edizioni ETS, pp. 188, euro 17) che, tra gli altri, si avvale dei contributi di Remo Bodei e Ubaldo Fadini.
Slogan perfetto per fare sintesi di un testo che intesse le molteplici trame di un tempo che, seppur lontano due millenni, aveva scandito con inaudita esattezza i viluppi del nostro. Passando dalle Metamorfosi di Ovidio possiamo anche con scarso uso di creatività riuscire infatti a svelare gli orditi a cui sarebbe andata realmente incontro una natura umana disordinata e genuinamente mischiata con l’artificiale; vale a dire quando corpo e realtà virtuale, spazio pubblico e volontà di potenza della Tecnica possono financo smembrare gli interstizi che in passato distinguevano il corpo da ogni ipotesi post-umana.
Ci approssimiamo, e in tutta fretta, verso quella che gli accademici più accorti chiamano l’era dell’homo cyborg. E tale crescente verità non può che avere ripercussioni sul fronte etico e politico (oltre che antropologico) nel momento in cui la natura, la cultura e la tecnica diventano un unico universo. Che Ovidio non poteva ovviamente immaginare nei più nascosti particolari ma di cui – appunto – ne anticipò le forme ancestrali da cui tutto avrebbe preso il via.
Il fatto che, per esempio, abbiano sempre più presa sull’immaginario collettivo ipotesi transumaniste che apertamente evocano cambiamenti radicali come la messa in discussione del concetto di ‘natura umana’, non lascia aperta altra via d’uscita per l’uomo moderno. Se il principio è quello dell’autodeterminazione individuale e del libero arbitrio richiamato all’ennesima potenza, non c’è più spazio per teologia o sacro, tradizione o antichi valori. Perché l’intento è chiaro: aggirare l’ostacolo della nostra attuale struttura biologica creando una sorta di superuomo che oltrepassi ogni tipica concezione di radicamento derivata dalla Grecia classica per cui vi era sempre la necessità che il singolo individuo fosse conscio dei propri limiti e mai soggiogato dalla ὕβϱις. Così non è, e non lo sarà più per il futuro.
I saggi presenti in questo volume pur essendo una rielaborazione di interventi tenuti durante la ‘Summer School Cespec 2014’ hanno la abilità di analizzare questa ipotesi di tecnicizzazione della vita da prospettive differenti. Da percorsi teorici ed interdisciplinari multiformi che possono però aiutarci a comprendere non solo il presente, ma quell’impensabile futuro che si sta dischiudendo a velocità inaudita. Allo stesso tempo con capacità divulgativa e solidità scientifica, svelando i pro e i contro di queste ipotesi post-umane, questo volume curato da Sisto parte dall’assunto che in futuro il rapporto tra naturale e artificiale sarà sempre più inesplicabile tanto da trascinare con sé tematiche di cui oggi non abbiamo nemmeno sentore ma di cui, gioco-forza, dovremmo imparare a conoscerne oltre le avvisaglie anche gli effetti.
* Natura, tecnica e cultura. Profili etico-pubblici del dibattito sulla natura di Davide Sisto (Edizioni ETS, pp. 188, euro 17)