Il solito caos di DF Wallace in un mini racconto che lancia il sasso nello stagno delle certezze. Dialoghi apparentemente impazziti, struttura narrativa quasi random, che prende invece forma se si guarda il testo più da lontano. Come spesso accade per gli scritti dell’americano. “Crollo del ‘69”, dopo “altra matematica”, è un’altra perla di Wallace. Che stavolta però si supera: quasi impossibile comprenderlo. Meglio provare ad interpretarlo.
Schizzi di storia di susseguono in lampi che quasi stordiscono: uno dei personaggi, Karrier, punta tutto sul fatto di aver sempre sbagliato tutte le strategie a Wall Strett. Ma proprio quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, ecco che cambiare visione su quella sua fallibile abilità, stravolgerà l’ordine delle cose. Ecco che l’infallibile diventa fallibile. E viceversa.
Il tutto in una narrazione folle, che lancia il lettore direttamente accanto al protagonista, come se in quel momento, ma anche in questo momento presente, l’attore stesse ancora facendo quello che sta scritto. Come se quei personaggi fossero vivi sempre. Ancora oggi e ancora adesso. Magia di Wallace.
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