Non avremmo mai pensato di dover canticchiare nuovamente questa canzone. Mentre i soldati del Col Moschin si avviano in terra d’Africa per affrontare il terrorismo nella sua tana, in Italia Mattarella e Renzi si sbracciano ad accogliere quanti più “negri” possibile, nel nome di un opportunismo se non complicità nei confronti del terrorismo di matrice islamica.
Passata la legge sulle unioni civili, mentre molti italiani lasciano la Patria “ingrata” prima che diventi obbligatorio essere omosessuali, la crisi della politica interna raggiunge vette di incapacità anche criminale.
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A sinistra ormai sono alla diaspora e Renzi non sa più a chi leccare di più il culo, per non perdere quella parvenza di potere che la mancanza di elezioni gli garantisce, complice anche la politica di stampo monarchico portata avanti da Napolitano. Quello stesso Napolitano che, invece di godersi la pensione “fuori dalle balle degli Italiani”, insiste a voler considerarsi ancora il “migliore”. Alla faccia di Palmiro!
Milano, Roma, Napoli. La corsa per il Sindaco di queste tre città vede il disordine più completo in tutti gli schieramenti tradizionali. A sinistra vecchie cariatidi e giovani sconosciuti cercano di ritrovare “il voto perduto”. A destra, i resti di quella che fu la fila di quart’ordine del Msi, persasi nei meandri della politica priva di coerenza e programmi, dopo aver gettato alle ortiche il ricambio generazionale, si presenta al voto divisa in tanti clan, a difesa del proprio “balcone”, non vedendo che ormai la “folla oceanica” si è asciugata al vento dell’astensionismo.
Personaggi come Berlusconi, come tanti altri, non hanno capito che il loro tempo è finito.
Anche se il politicamente corretto lo nega, siamo alla fine di un’epoca. Lo scontro di civiltà è in atto, e, come scrisse Ida Magli la salvezza potrà arrivare soltanto da Oriente, dalla “Terza Roma”.
La Chiesa cattolica, convinta che un gesuita avrebbe salvato la zattera vaticana, ha dato il colpo di grazia al cattolicesimo. Il dissolversi dei costumi, con la tradizione millenaria dei popoli soppiantata dal nichilismo e dalla esaltazione della individualità esasperata, dove l’informazione regolata dall’economia del profitto a tutti i costi contribuisce allo sfascio delle famiglie e dei giovani, assistiamo pieni di rabbia all’esaltazione del “diverso” nel nome della “democrazia”, perché lo dice l’Europa.
Basta! Finiamola con questa Europa dei mercanti, delle banche e dei politici “camerieri” dei banchieri. Ridateci l’Europa dei popoli, dove le frontiere stabilivano le diversità culturali, politiche e sociali. Quelle differenze che permettevano a popoli diversi fra loro di parlare, socializzare, anche combattere, ma per ideali e certezze, e non per lo spread o un punto di Pil.
Intanto, banche, magistratura e poteri forti dell’economia, italiana e straniera, spingono sul “governicchio” gigliato affinché passino leggi e decreti che permettano di distruggere l’Italia e consegnarla allo “straniero”.
Per quanto riguarda il voto alle comunali, considerando il test di Roma, direbbe Arbore: è meglio vincere con Marchini o perdere con Berlusconi &c.?
Ai lettori la decisione …
*editoriale del Borghese di marzo 2016