In principio furono Benedetta Parodi e le migliaia di copie del suo Cotto e mangiato. Poi è stato il tempo di Masterchef, e solo allora gli italiani hanno iniziato a sospettare che il cibo fosse una cosa seria.
Questo potrebbe essere l’incipit per promuovere un nuovo sito dedicato agli irriducibili del perditempo, uno di quelli che propone classifiche sui migliori hamburger da gustare in qualche esotica metropoli alla moda o che favoleggia sulle pizzerie cult nel napoletano.
In realtà, ad incuriosirci è stato Il Gusto, ovvero una raccolta di pensieri tratti dallo Zibaldone e cuciti insieme, in un percorso stimolante e inaspettato, da Andrea Malagamba.
Chiaramente non parliamo dei gusti alimentari del poeta di Recanati, anche se la sua ghiottoneria è ben nota, ma del gusto inteso come forma di conoscenza, o meglio ancora del gusto come forma di autocontrollo. Eh già, perché scorrendo, anche in maniera rapsodica, i passi di Leopardi, il lettore scoprirà che il libro contiene tutti gli ingredienti per una sorta di antidoto contro la deriva contemporanea.
Viviamo in un tempo in cui barbarie morali, crisi politico-economica, incertezza e scoramento sono divenute le parole che meglio si addicono alla sua definizione. Il processo di lento declino è ormai sotto gli occhi di tutti, per questo, lasciandosi accompagnare dai pensieri di Leopardi, dovremmo investire politicamente sul gusto.
Contro la decomposizione dei costumi è necessaria una nuova politica della bellezza! Il gusto, infatti, non è solamente la capacità di discernere il bello dal brutto, l’appropriato dal fuori luogo. Il gusto è un modo per essere in sintonia con il proprio tempo e con gli altri, costituendo così una vera e propria forma di tenuta sociale legata ai costumi, alla necessità di rispettarli per rispettare, per loro tramite, la sensibilità degli altri.
Quello che potrebbe sembrare un discorso dai toni conservativi, assume invece dei tratti di assoluta novità perché il gusto non è indipendente dalle mode del tempo, dai regimi del consumo, dal piacere edonistico. Il gusto è alla base di uno stile di vita adeguato al proprio tempo storico. Esso è l’espediente relazionale che connette reciprocamente una comunità di persone, capaci di ritrovarsi intorno ad un “sentimento” comune, relativo al modo di vestire, alla scelta dei piaceri da raggiungere o ai desideri da perseguire.
Quello a cui sembra far riferimento Leopardi è la necessità di un patto che, attraverso il rispetto delle buone maniere, delle forme di cortesia, dell’equilibrio nella conversazione, faccia comprendere l’importanza dell’altro nella sua assoluta irriducibile intimità e identità.
La forza sociale e spirituale del gusto supera così qualsiasi legge empirica, precedendola e costringendo le prassi umane a trasformarsi in codice o in uno stile di vita diffuso e condiviso dalla società. Le riflessioni di Leopardi sembrano rivalutare il quotidiano nei suoi aspetti più ordinari, perché in essi affiora il concreto spinto all’estremo delle sue manifestazioni e vero cuore pulsante della vita in comune. In questo senso, forse, si spiega la collocazione del libro di Andrea Malagamba all’interno della collana iMedia, delle Edizioni Estemporanee e che consigliamo vivamente di leggere. Buona lettura!
*”Il Gusto” A cura di Andrea Malagamba. (Edizioni Estemporanee.14,90€)