Amanti che diventano azzurri dopo aver fatto l’amore, il comodino che ogni mattina si fa più distante dal letto perché il mondo si sta dilatando, tribù aborigene intente a scavare buche senza motivo, un uomo che ingravida le donne con il pensiero e forse chi racconta la sua storia è uno dei figli “pensati”… non è facile raccontare quel trattato di assurdologia tascabile che è l’opera di Bernard Quiriny, giovane autore di Storie assassine e La biblioteca di Gould, entrambi pubblicati in Italia dalla casa editrice L’orma.
Dalla penna di questo visionario francese, discendente letterario di Alfred Jarry e Raymond Queneau, escono schegge impazzite venate di un umorismo sovversivo e surrealista. Se dietro l’uomo che si liquefa a bordo di una nave si intravede l’omaggio a Lovecraft e altrove si affacciano Borges e Bolaño, sarebbe riduttivo definire la scrittura di Quiriny un pastiche che rimescola altri scrittori e si diverte a ricrearne lo stile in chiave ironica. Le Storie assassine sono tali perché uccidono quel poco di logica che intravediamo nell’ordine delle cose e innescano un ordigno esplosivo al termine di ogni capitolo la cui deflagrazione, lo possiamo assicurare, è una risata liberatoria e anarchica.
Per fortuna che (r)esistono ancora case editrici indipendenti che non inseguono il mercato, ma si impegnano nella tutela dell’intelligenza dei lettori.