L’asfaltatura che del Palermo ha fatto la Roma del revenant Luciano Spalletti è risposta, certa, a quanto avveniva poco prima dell’inizio della partita. Francesco Totti, splendido Faust a 40 anni che ancora non trova il coraggio di fermare l’attimo, perchè quello più bello ancora non l’ha visto. E si condanna all’inferno di un addio inglorioso, per tutti.
Francesco Totti è la Roma. Come sagaci osservatori raccontano, più che romanisti s’è ormai tottisti. C’è però l’usura del tempo che incombe sul Pupone che eterno, come la sua città, esser non può. È un mortale, anch’egli, nonostante il tocco divino, la classe eroica e la personalità condottiera. Totti, altrove, è inimmaginabile. Non seguirà il destino delle altre bandiere giallorosse, lui.
Di Bartolomei se ne andò al Milan, segnò ed esultò contro chi l’aveva malamente cacciato. Falcao, dopo il pasticciaccio brutto del rigore mai tirato nella finalissima contro il Liverpool, lasciò la Capitale. Giuseppe Giannini, stanco, trottò via anche lui. Totti non può finire altrove che alla Roma. Quarant’anni son tanti, forse troppi pure per un gladiatore come lui calato in un campionato che quello delle sette sorelle non è più.
A Francesco Totti resta solo il dichiarar l’addio. E davvero peccato mortale è che non finirà per lui, come lui aveva sognato. Sarà come Faust, dovrà arrendersi perchè tradito dalla sua stessa debolezza. È brutto, sì. Ma prima o poi dovrà succedere. Peccato mortale sarà se ciò dovesse verificarsi così come si sta consumando ora.
@barbadilloit