20 febbraio 1994. Il poeta norvegese Rolf Jacobsen muore a 86 anni a Hamar, nel sud-est del Paese.
E’ considerato uno dei maggiori poeti norvegesi fin dagli anni Trenta.
In gioventù fu affascinato dall’Edda poetica e dal teatro.
Frequentò l’Università di Oslo per alcuni anni seguendo corsi di Filosofia, Storia e Teologia ma senza mai dare esami.
Fu militante del’Arbeidernes Ungdomsfylking, la Lega dei giovani lavoratori aderente all’Internazionale comunista e redattore di una rivista studentesca.
Il suo esordio come scrittore avvenne nel 1928 con la pubblicazione di un romanzo, poi si dedicò principalmente alla poesia; il successo letterario arrivò nel 1933 con la pubblicazione di “Jord og jern” (“Suolo e ferro”), raccolta di poesie, nella quale traspare anche un legame con il Futurismo oltre all’esaltazione romantica per la natura della sua terra. Una tematica poetica che lo accompagnerà per il resto della vita, fino a diventare, in anni a noi vicini, una sorta di poeta “verde”, aedo dell’ecologia.
Tradotto anche in danese e svedese fu accolto come il grande innovatore della poesia scandinava.
Il rapporto con la natura, una visione del mondo nella quale l’uomo deve difendersi dai lati negativi del progresso, furono i cammini che lo condussero ad aderire al Nasjonal Samling, il maggiore partito nazionalsocialista della Norvegia. Un passaggio frequente quello dal comunismo al fascismo (e viceversa), che non stupisce chi guarda alla Storia senza fermarsi alla superficie e ai luoghi comuni.
Durante la Seconda guerra mondiale diresse con successo un giornale di provincia.
Nel maggio 1945 iniziò il suo inferno: arrestato per “collaborazionismo” e per la sua militanza nel Nasjonal Samling, fu condannato ai lavori forzati per tre anni e alla perdita dei diritti civili per dieci anni.
Julius, fratello di Rolf, invece, era finito nel campo di concentramento tedesco di Natzweiler ed era morto di dissenteria nel gennaio 1945 nei pressi di Dresda.
Rolf, minato nel fisico dalla detenzione e in gravi condizioni di salute, fu messo in libertà vigilata nell’ottobre 1947.
Ma passarono molti anni prima che lui e la sua famiglia riuscissero a risollevarsi dalla miseria nella quale la scelta politica li aveva visti precipitare.
Chi mantenne la famiglia, in un monolocale, fu la moglie del poeta.
Anni duri, nei quali Rolf trovò lenimento nella conversione alla religione cattolica.
La pubblicazione di un nuovo libro di poesia nel 1951 passò sotto silenzio; i critici scelsero (o ritennero più prudente) di non compromettersi con elogi ad un reprobo.
Del resto erano anni nei quali in Norvegia, anche al Premio Nobel per la Letteratura, Knut Hamsun o alla poetessa Cally Monrad non fu risparmiato niente, umiliazioni e punizioni; destino comune anche agli scrittori Amble Alf, Kristen Gundelach , Einar Hoffstad, Karl Holter, Mikal Sylten e Finn Halvorsen, per restare nel campo dei romanzieri e dei poeti, senza contare altre personalità nel mondo delle arti (pittori, scultori, architetti), della scienza, della musica, tra gli esploratori, gli sportivi, nel cinema e nel teatro.
Nel 1954 finalmente la svolta: la pubblicazione di nuovi poemi finalmente infranse il cerchio del silenzio. Rolf Jacobsen interessò nuovamente i critici, i suoi libri furono venduti, le sue poesie lette alla radio nazionale; poi giunsero i premi letterari, tra gli altri lo Svenska Akademiens Nordiska Pris, definito il “Piccolo Nobel”; potè finalmente ritirarsi con la famiglia sulle rive del lago Nes, nell’Hedmark.
Nuovamente richiesti i suoi articoli per i giornali, amato dai giovani scandinavi per la sua tematica ecologista e la critica sociale, fu favorito dal governo norvegese che gli assegnò delle sovvenzioni per dei cicli di viaggi culturali in Europa. I suoi libri tradotti in venti lingue.
Nel 1974 è stato accolto nella Norske Akademi for Sprong og Litteratur, l’Accademia norvegese della Lingua e Letteratura.
Gli ultimi anni di vita sono stati fitti di impegni culturali che lo hanno ripagato ampiamente per quelli dell’emarginazione, inserito nelle antologie come uno dei maggiori poeti contemporanei. (dal gruppo Effemeridi del Giorno)