Pound, Jefferson e Mussolini
Un destino strano ma interessante quello del volumetto di Ezra Pound (Jefferson e Mussolini, Bietti ed., pagg. 125, euro 14,00, curato da un eccellente Luca Gallesi) con il quale il poeta statunitense analizzò la politica economica del terzo presidente degli Usa, Thomas Jefferson, con quella instaurata in Italia da Benito Mussolini. Rifiutato da 40 editori, ritenuto pericoloso da un alto banchiere svizzero, questo volumetto fu pubblicato nel 1944 e poi tornò in circolazione negli anni Cinquanta del secolo scoso grazie all’editore Vanni Scheiwiller. Già da anni, Pound condivideva le idee del presidente statunitense, quando scoprì che molti aspetti di quella politica erano parte del programma di Mussolini, ammirò il Duce e simpatizzò per il fascismo fino ad aderire alla Rsi. Fu condannato dai Tribunali Usa a oltre un decennio di manicomio criminale. I principii apprezzati erano la lotta all’usura, la volontà di non creare una Banca centrale per evitare la speculazione, la possibilità che fosse solo lo Stato a batter moneta e sviluppò una critica contro il debito pubblico.
Il Palatino, cuore religioso di Roma
Nel Palatino, cuore della Roma antica, dopo uno scavo di trent’anni, Andrea Carandini e i suoi collaboratori hanno portato alla luce una parte archeologica importante, che documenta e spiega uno dei riti maggiori praticati a Roma in modo continuo per 1.150 lunghi anni: il rito del fuoco pubblico che presiedette alla fondazione di Roma. Ogni primo marzo il fuoco veniva spento e riacceso. Pare che il culto fu istituito da Romolo verso l’VIII secolo avanti Cristo e la dea del rito era Vesta. A reiterarlo per secoli furono le Vestali, sei sacerdotesse prese dalle loro famiglie quando erano bambine e da allora istruite ai compiti che presiedevano. Avevano l’obbligo di restare vergini per almeno trent’anni ed era riconosciuto loro un rango elevatissimo. Carandini, dopo tanti anni di studio e di scavi, ha ricostruito il santuario di Vesta e parte di ciò che era intorno: la radura, i luoghi di culto, le case delle vestali. Carandini narra (Il fuoco sacro di Roma, Laterza ed., pagg. 154, euro 18,00) la storia del luogo, del rito e il significato religioso per Roma antica.
Il Vate-poeta e il mecenate
Talvolta le lettere rivelano l’animo degli uomini più di tante spiegazioni o discorsi. Specialmente quando si tratta di intellettuali e scrittori. Adesso le edizioni Aragno pubblicano un carteggio fra il celebre scrittore, poeta, uomo d’arme e politico Gabriele d’Annunzio e l’imprenditore Riccardo Gualino, creatore della Snia-Viscosa. Si tratta di un carteggio che di per sé non aggiunge molto alla loro biografia né alla critica letteraria ma rivela aspetti interessanti del poeta-vate. Sono pubblicate otto lettere e un telegramma di d’Annunzio e tre lettere e un telegramma di Gualino (Il Vate e il mecenate, Aragno ed., pagg. 93, euro 10,00) che mostrano come il poeta-vate era sempre pronto a mettere in scena la propria vita intesa come opera d’arte. Non solo: cercava soldi per far fronte alle necessità della sua dispendiosa vita ma era anche molto generoso: chiedeva intercessioni per amici in difficoltà, era prodigo di doni. Ma Gualino, attento imprenditore, nonostante l’incanto per il Vate, la sua opera e la sua vita (talvolta le due cose coincidevano), era attento a concedere di rado crediti.