La paura è uno dei sintomi del nostro tempo.
(Ernst Junger)
E l’Inter è implosa. A Firenze, nonostante il vantaggio iniziale, i nerazzurri incassano una sconfitta che sembra avere il sapore tossico dei fumi atomici di una bomba esplosa negli spogliatoi. Roberto Mancini, da settimane, non è più lui. L’inimmaginabile, l’inconfessabile e l’inammissibile si sta consumando alla Pinetina: vuoi vedere che il Mancio glamour e sportivo si sta trasformando in un infernale Mazzarri qualsiasi?
Il silenzio stampa dopo la gara del Franchi è assolutamente emblematico e – forse – persino strano considerati i personaggi che incarnano lo spirito dell’Internazionale. Se silente era Javier Zanetti, lo era per indole non per scelta. Se silente è oggi Roberto Mancini, non lo era Walter Mazzarri sulle cui diaboliche giustificazioni s’è costruita più di una carriera da social media manager. Il Mancio zitto, però, arriva da una serie di uscite pesantissime, dal tentativo di guerra psicologica e preventiva al Napoli di Sarri (la questione del frocio, ricordate?), alle bordate in diretta alle giornaliste. Diversi gli argomenti, differenti le ispirazioni, uguali le intenzioni: proiettare, al di fuori di sè, le responsabilità della sciagura imminente. C’è chi lo fa aggrappandosi alle esternazioni colorite dell’allenatore avversario e chi sciamaneggiando sulle condizioni meteo. Tutto qui.
Quando Walter Mazzarri fu silurato a furor di popolo, gli interisti stapparono le bottiglie di spumante. Ci si era stufati del tecnico livornese, artigiano del calcio che in provincia ha saputo far miracoli e poi ha ciccato la grandissima occasione meneghina. Basta, vogliamo i top player, i grandi protagonisti, è ora di riavere le paginate patinate. Lo sapevano tutti che il problema era uno e duplice: non lo voleva lo spogliatoio, non lo voleva Thohir. Il secondo per motivi, se vogliamo, forse ancor più allibenti. Walterone che vuoi che venda in Cina?
Manco questo Mancini, però, resisterà tantissimo. Lo spogliatoio e la squadra sono turbati. La macchina da guerra dell’inizio di stagione sembra inceppata. Col Verona già è stata un’impresa rimontare tre volte all’Hellas ultimo in classifica. A Firenze, nello scontro diretto per l’Europa che conta, ha mancato la zampata vincente. E i conti, dicono in profondo rosso, reclamano giustizia. Come il fegato dei tifosi.
@barbadilloit