La sfida dell’anno è, come già abbiamo raccontato, una classica costante nel duello tra i campanili italiani che travalica pure il calcio stesso. Juventus e Napoli, una storia infinita che, adesso, vogliamo raccontare attraverso i gol, cinque, che hanno condito, reso speciale e affascinante la storia che si rinnoverà con l’incontro dello Juventus Stadium.
Core ‘ngrato.
Josè Altafini è stato bandiera del Milan, poi del Napoli e infine se lo comprò la Juventus. Dal 1958 era in Italia. Più o meno da allora il Napoli tentava la scalata allo scudetto, che nel campionato di grazia 1974/75 sembrava, per la prima volta, finalmente possibile con Vinicio, O Lione, in panchina. Il 6 aprile 1975, lo scontro diretto che stava inchiodato sull’1-1 al Comunale di Torino. Finchè entrò il panchinaro Altafini, sfilò un rasoterra nella porta di Carmignani. Il distacco fu incolmabile, i bianconeri vinsero il tricolore e Josè divenne Core ‘Ngrato.
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La rivincita (parte prima).
Tre novembre 1985, il Napoli ospita la Juventus – lanciatissima – di Michel Platini. Il Ciuccio è ancora squadra in costruzione, si studia da grandi. Diego Armando Maradona è già anima di quella squadra che l’anno dopo dominerà il campionato. Al San Paolo ancora nessuno sa che finirà 1 a 0 per gli azzurri, gol di Maradona e che gol: la punizione a due, in area, con la palla nel sette e la promessa a Beppe Bruscolotti: “Tanto gli faccio gol lo stesso”.
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La rivincita (parte seconda).
Erano ventinove anni che il Napoli non vinceva a Torino. Nel 1986, gli azzurri ruppero due tabù: vincere contro la Juve in casa e cucirsi lo scudetto sulla maglia. Il gol che stroncò le velleità della Juve porta la firma di Giuseppe Volpecina, terzino onesto e laborioso che si tolse la più grande soddisfazione della sua carriera accompagnando quasi per mano Andrea Carnevale in contropiede. Prima avevano segnato Ferrario e Giordano. E in vantaggio era andata la Juve, con Laudrup.
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La fine di un’epoca.
Il Napoli voleva rinascere e l’occasione ghiottissima era in casa, all’ottava di andata della stagione 1997/98, contro la Juventus. Cinquantamila al San Paolo per sostenere la riscossa della squadra di Igor Protti e Fabio Rossitto che, sulla carta, avrebbe dovuto puntare all’Europa e che invece si trovava impelagata in fondo alla classifica. Alla staffilata di Zidane, imbeccato dal Del Piero, replica Claudio Bellucci con una fuga da rapinatore della tre quarti che si conclude in rete. Gli azzurri si chiudono, la partita sta per finire. All’88esimo è l’ex Daniel Fonseca a trafiggere Pino Taglialatela e a condannare il Napoli alla peggiore stagione della sua storia.
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L’eterno ritorno.
Nel 2006-07, dopo qualche tempo e per colpa di alterne fortune, Juventus e Napoli si ritrovano. In serie B. Domineranno, insieme, il campionato e torneranno in serie A. Dando il via al nuovo corso della rivalità tra le due Fenici del calcio italiano. Nel girone di ritorno, la Juve a Torino si prende definitivamente la testa della classifica con una testata di Camoranesi su cross di Nedved e una zampata di Del Piero su assist proprio dell’Indio.
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@barbadilloit