Li trovi il lunedì dopo le primarie riuniti in capannelli fitti fitti fuori dalla scuola dove hanno appena lasciato i figli, cui spesso attribuiscono nomi esotici per sembrare più multietnici. Hanno il suv in seconda fila o la bicicletta a fiori, hanno panta di velluto e scarpe da occupazione del liceo, perché loro non si sono mai staccati dall’epopea sessantotttina. Predicano rispetto e tolleranza ma si infastidiscono se nelle classi dei loro pargoli ci sono troppi bimbi stranieri perché fanno perdere tempo. Schifano i cinesi in coda alle primarie ma non possono dirlo, per rispetto dei cinesi ma soprattutto delle primarie, vero rito catartico che tutto purifica e tutto benedice. Sono loro, i genitori “impegnati” (ça va sans dire) della scuola di mio figlio. Disquisiscono animatamente. C’è il rifondarolo che frequenta la parrocchia, che alle primarie non c’è andato perché, cioè, lui Renzi proprio no… C’è quello che cinque anni fa si metteva persino le mutande arancioni e ora inveisce contro Sala che, nonostante le dubbie professioni di fede comunista, non sarebbe abbastanza di sinistra. C’è quello che “Giuliano ha sbagliato, bisognava mettere un candidato solo contro l’uomo di Expo”… Quello che “cioè Milano è rinata però Expo no”. Poi c’è quello sornione, si gode lo spettacolo delle infinite pippe mentali che si fanno gli sconfitti, perché lui sì… Lui ha vinto. Lui che è sempre stato della sinistra-sinistra ora ha il suo campione.
Beppe Sala è il candidato della sinistra a Milano. Scelto dalla Moratti come direttore del Comune e capo di Expo, si concede a Renzi, si trasforma in compagno e vince le primarie anche grazie ai voti cinesi. Vorrebbe segnare discontinuità con Pisapia ma si porta dietro 6 assessori arancioni. Vince uno scontro di potere (perché di idee ne abbiamo ascoltate ben poche) pesantissimo all’interno della sinistra contando sull’aiutino di chi alla sua sinistra non ha trovato la sintesi su una candidatura unica. Ora si travestirà di nuovo da moderato per cercare voti a destra. E la cosa bella è che tutti quelli che si infervoravano nei capannelli lo voteranno allegri, felici e compatti perché, si sa, la sinistra è una religione laica (anzi, di questi tempi direi laicista) e non si discute.
*dirigente di Fratelli d’Italia