S’è stancato pure Andrea Camilleri del masochismo strapaesano che sta diventando carattere nazionale di un Paese che cerca di divorziare da se stesso. Sì, la figuraccia delle statue coperte per non urtare la sensibilità del capo di stato iraniano Rouhani (che manco l’ha chiesto perchè stupido non è e incolto tanto meno) è colossale. Ma ciò non può significare che l’Italia sia la periferia stracciona dell’Occidente che ha tante, ma tante magagne da farsi perdonare.
Camilleri, insignito della cittadinanza onoraria di Agrigento in Campidoglio, ha tuonato: “C’è gente che trucca le macchine, come nel caso della Volkswagen. E quelle non sono figuracce? Le facciamo solo noi italiani le figuracce? Ci sono Paesi dell’Europa che fanno figuracce peggiori delle nostre. Il nostro è stato un gesto incauto e stupido”.
La notizia sta nell’ammissione – da parte del papà del grintoso commissario Salvo Montalbano – del fatto che l’identità è intimità da preservare a tutti i costi, pena lo smarrimento di sè. Camilleri ha raccontato: “Mi chiesero: ‘Ma lei è contento di essere europeo?’ Risposi di sì e che ero felice di farmi fare un vestito da un sarto europeo purché i miei indumenti intimi, le mutande e la maglietta, fossero italiani. Così il vestito europeo cade meglio. Più facciamo il presepe quando va fatto e le statue le teniamo come sono senza mettere coperture, più siamo forti e pronti ad affrontare il futuro”. Sembra di stare ad ascoltare il comizio d’amore di Marcello Veneziani.
Camilleri ha interpretato il senso di stanchezza che si è impossessato di buona parte degli italiani. Si è stufi tutti, tranne quelli che del provincialismo fanno una ragione di vita dedicandosi con bigotta devozione al culto del politicamente corretto, dell’oscena ostentazione della presunta incapacità di un popolo preteso perennemente imbecille, ignorante e cafone. Che però, si fa bigottissimo vanto del suo patrimonio culturale e artistico (lo stesso che non va studiato a scuola perchè il tempo va dedicato all’insegnamento dell’inglese e dell’informatica, ma questa è un’altra storia).
Dolersi a schiovere dei propri difetti “nazionali” postulando dogmaticamente che “all’estero non funziona così anzi” è oggi l’odioso trastullo dell’aspirante cameriere che alla corte del Re, pur di non apparire cretino tra gli stolti, loda il broccato invisibile del fantomatico vestito. Si crede uno Scapino ma sarà il candore ribelle di un bimbo libero dagli ammaestramenti della società della gente perbene a spernacchiarlo.
Sì, è vero che qualcuno ha coperto le statue peccando di uno zelo a dir poco satanico e che ridere il pensare che questi “appartiene” proprio a chi di smart &cool ha fatto vanto e religione. Ma ciò non può voler dire che tutti gli italiani, da Trieste a Lampedusa, siano dei balzani braghettoni.
@barbadilloit