Durante la notte italiana si sono svolte le primarie per le presidenziali Usa in Iowa, il primo stato che storicamente le organizza, sotto forma di “caucus” cioè assemblee vere e proprie. Una realtà piccola rispetto ad altre, ma che dà la prima prova di ciò che ci si potrà aspettare nei prossimi mesi, nel lungo percorso che porterà all’elezione del presidente USA.
In ambito repubblicano, c’è stata una sorpresa. Il primo classificato è Ted Cruz con il 27,7% dei consensi, sorprendendo Donald Trump, fermo al 24,3%. Terzo Marco Rubio, incalzato al 23%. La corsa potrebbe quindi essere a tre, mentre pare fuori dai giochi Jeb Bush. Corsa a due invece in campo democratico, dove Hillary Clinton, apparentemente destinata a un trionfo, vince per pochissimo contro Bernie Sanders. 49,89 contro 49,54.
I repubblicani
La destra statunitense sembra orientata quindi su una rosa di tre nomi, fra loro molto diversi, che rappresentano le anime del Gop che si sono definite negli ultimi anni. Ted Cruz è figlio di un pastore protestante, conservatore sulle questioni etiche, quindi contrario ad aborto e matrimonio gay, è ultra liberista in economia e propone una flat tax al 16%.
Donald Trump, famoso per il suo modo di essere, è rigorista sull’immigrazione e propone il protezionismo nei confronti delle merci cinesi. Marco Rubio è invece un candidato più vicino all’establishment, liberista in economia e leggermente aperturista su tematiche come l’aborto. In questo scenario, appare chiaro come l’effetto Tea Party abbia ormai invaso tutto il partito repubblicano. Al momento il candidato preferito dal partito del Tè è Cruz, ma la pasionaria Sarah Palin si è recentemente spostata su Trump.
I democratici
Hillary Clinton è una democratica pura, sostenuta da media ed establishment. Tipicamente liberal e favorevole ad ogni apertura in campo etico, in economia parla di tassazione dei più ricchi, di redistribuzione della ricchezza per aiutare i più poveri, ma è sostanzialmente liberista.
La vera sorpresa è Bernie Sanders, che è sovrapponibile a un socialista europeo. Anti capitalista, vuole nazionalizzare intere fette dell’economia e ha posizioni diametralmente opposte a quelle conservatrici in ambito etico. Inoltre è spiccatamente ambientalista. Possiamo ben dire quindi che lo scenario che esce dall’Iowa è ben definito fra un iper conservatore e un iper progressista. Vedremo se avverrà una polarizzazione dello scenario.