
Massimiliano Latorre rimarrà in Italia, per proseguire le cure post-ictus, fino al 30 aprile prossimo: la decisione è stata formalizzata dalla Corte suprema indiana nell’udienza di oggi. “Noi permettiamo che Latorre rimanga in Italia fino al 30 aprile per motivi di salute”, hanno detto i tre giudici della Corte Suprema indiana, presieduta dal magistrato Anil R. Dave, commentando il prolungamento della permanenza nel nostro Paese del fuciliere, accusato di aver ucciso con Salvatore Girone due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala quasi quattro anni fa. La Corte ha stabilito una nuova udienza sul caso per il 13 aprile. Girone rimarrà invece presso l’ambasciata italiana a New Delhi. Il fuciliere del San Marco Latorre ha ricevuto notizia della decisione del tribunale indiano mentre era a Taranto, in ospedale, per le cure quotidiane a cui si sottopone dopo l’ictus dell’agosto 2014.
Il 18 gennaio, intanto, ci sarà la prima riunione preliminare a l’Aja per “le regole” procedurali dell’arbitrato internazionale: non si dibatterà il tema della liberazione di Salvatore Girone, il fuciliere barese dal 2013 bloccato in India. La richiesta di misure cautelari (e quindi del ritorno in Italia di Girone) saranno la priorità dell’Italia nella prima udienza utile del tribunale arbitrale internazionale.
Le reazioni politiche
Dura la reazione di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “I nostri marò hanno il diritto di attendere in Italia l’esito dell’arbitrato. No mezze soluzioni, no compromessi: il governo pretenda il rientro di Girone”. Stessa linea di Elio Vito, esponente di Forza Italia, già presidente della commissione Difesa della Camera: “Marò, Corte India proroga permesso Latorre al 30 aprile ma giurisdizione non è loro ed è sospesa da Trib.internazionale. Basta stillicidio!”. Nicola Latorre, presidente Pd della commissione Difesa: “Massimiliano Latorre non tornerà in India e, anzi, si stanno approfondendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia”.