La prima di Shannara Chronicles? Non è fedelissima alla storia del libro, ma funziona. Se per un appassionato duro e puro può non essere sufficiente, per l’estetica di una serie TV del nostro tempo è sufficiente.
Andando con ordine, sin dall’inizio la scelta concordata fra registi e autore è stata quella di non riprodurre pedissequamente il volume delle Pietre Magiche (The Elfstones), per motivi di resa cinematografica. Si è deciso quindi di movimentare l’azione, dando comunque spazio al mondo delle Quattro Terre, che non ne esce modificato, mantenendo le linee essenziali della trama. Gli attori principali non sono neofiti e sanno interpretare i loro ruoli in modo convincente.
Amberle, interpretata da Poppy Dryton, riesce a coniugare bene il suo essere principessa con l’essere donna di azione, oltre ad apparire di stupenda bellezza. Ne siamo già innamorati probabilmente.
Allanon, il Druido, può risultare spiazzante. Chi ha conosciuto Manu Bennet come il gladiatore Crisso nella serie di Spartacus o come Deathstroke in Arrow, mai avrebbe pensato che l’attore si sarebbe calato in un ruolo totalmente diverso, quello del mago saggio e paterno. Eppur si muove e se andrà avanti così dimostrerà di essere un grande attore, a differenza di chi, pur cambiando film ripropone sempre sé stesso in un eterno ritorno dell’uguale. Fra l’altro questa non è la prima incursione di Bennet nell’universo fantasy, visto che ha già interpretato Azog in Lo Hobbit, incarnandolo con la tecnica della motion picture.
Il terzo personaggio principale è Will Ohmsford, interpretato da Austin Butler, noto in passato per le serie bambinesche della Disney e per aver recitato nella serie Carrie Diaries, una tipica storia di avventure liceali che lascia in realtà il tempo che trova. Butler interpreta il ruolo di Will in modo simpatico. Il ragazzo della Valle che va in giro per il mondo, viene derubato dalla prima gnocca che passa, si ritrova in mezzo a una lotta contro i demoni e rimane basito e dunque si mette a interrogare il Druido in modo snervante per essere rassicurato, aggiunge un tocco di realtà in uno scenario dove sembra che tutti siano perfettamente a loro agio.
La puntata pilota sembra un preludio a qualcosa di importante. Le uniche pecche sono, all’inizio, l’anticipazione della tematica dell’olocausto nucleare, che in realtà si scopre nell’arco dei libri in modo graduale, mentre appare fuori luogo il maschilismo elfico nei confronti di Amberle che vorrebbe diventare Eletta. In realtà ciò nel libro non è particolarmente presente e anzi il ruolo delle elette femmine è basilare nel corso di tutta la saga. Ma le scelte televisive, come già detto, hanno ragioni che esulano da quelle dei lettori accaniti.
Possiamo ben dire, quindi, buona la prima.