Si è fermato il cuore jazz di Natalie Cole, figlia del mito della musica nera Nat King Cole: aveva immolato la sua esistenza artistica a tenere viva la memoria e l’arte del padre. E’ morta a 65 anni in un ospedale di Los Angeles per problemi di cuore.
Natalie era in tutti i sensi “jazz royalty”, si era autodefinita una “Kennedy nera” e aveva sbandato abusando a lungo di droghe. La cantante aveva solo 15 anni alla morte del padre nel 1965.
Il suo successo era esploso dieci anni dopo, nel 1975, con l’album del debutto “This Will Be (An Everlasting Love)” e una coppia di Grammy come migliore nuova artista e miglior performance R&B di una donna. Poi le vicissitudini con gli stupefacenti e la riemersione dal dimenticatoio alla fine degli anni Ottanta con una cover di “Pink Cadillac” di Bruce Springsteen e i single “Jump Start My Heart” e “I Live for Your Love”. Nel 1991 con l’album “Unforgettable… With Love”, Natalie Cole aveva venduto 14 milioni di copie e vinto sei Grammy. “Unforgettable” si rivela una hit di grande impatto perché univa la voce di una vecchia registrazione del padre con quella della figlia in un mix indimenticabile.
https://www.youtube.com/watch?v=OQfyrfB2KRo
L’ultima esibizione? A New York nel giugno 2014 per la celebrazioni degli 80 anni dell’Apollo Theatre.