Non c’è alcuna possibilità di ricucire lo strappo tra Russia e Turchia. È quanto emerge dall’incontro di fine anno di Vladimir Putin con la stampa. L’abbattimento del cacciabombardiere russo al confine tra Siria e Turchia ha decretato la fine di ogni rapporto tra il leader del Cremlino e l’attuale amministrazione turca. È “virtualmente impossibile” – ha affermato Putin – che “si possa trovare un terreno comune con l’attuale leadership turca”.
L’atto ostile compiuto dalla Turchia, unito alla compromissione dei turchi nella intricata questione dei rapporti dello Stato Islamico con alcuni paesi occidentali, ha gelato dunque ogni tentativo di pacificazione. Anzi: la Turchia è salita in cima alla lista dei nemici del popolo russo.
Putin rispondendo alle domande dei giornalisti ha colto l’occasione per denunciare in modo particolare il comportamento sleale di Ankara nei confronti della Russia e dell’Occidente. Ma l’accusa di doppiopesismo non è stata rivolta alla sola Turchia. Dietro l’abbattimento da parte dell’Aviazione turca del cacciabombardiere russo impegnato nella missione di contrasto all’ISIS in Siria, il premier russo ha voluto vedervi un’azione dimostrativa volta a consolidare l’immagine della Turchia quale alleato degli Stati Uniti in chiave anti-russa. “Abbattendo il cacciabombardiere Su-24, forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa o forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile”. “Non vedo alcuna possibilità di appianare le relazioni con la Turchia”, ha concluso perentorio il leader russo. Alla conferenza che si è tenuta in data odierna a Mosca hanno partecipato 1400 giornalisti provenienti da tutto il mondo.