Dove governa, il Front National a quanto pare è molto popolare e sa prendersi rivincite dolcissime. Il risultato più eclatante l’ha avuto a Beaucaire, dove venne annullato con motivazioni strumentali un importante festival musicale, “il Positiv Festival”, proprio dopo la vittoria dei lepenisti alle comunali, in quanto il mondo culturale della sinistra francese non poteva accettare di realizzare e partecipare ad un evento in terra a quanto pare “sconsacrata”.
Nelle ultime regionali, però, c’è stata una sorpresa: a Beaucaire il partito di Marine Le Pen è stato premiato con quasi il 59,68% dei voti, mentre alle dipartimentali precedenti aveva raggiunto “solo” il 31,83%. E dire che il caso del festival annullato aveva fatto scalpore, in quanto si trattava di una manifestazione storica. Secondo gli organizzatori la classe politica era tutta colpevole, i frontisti in quanto frontisti, gli altri per non aver costruito il “cordone sanitario”, quell’inciucio storico che ha l’obiettivo di bloccare ogni accesso dei lepenisti al governo.
Ma il successo di Beaucaire non è l’unico, anzi laddove il Front governa, i voti sono arrivati copiosamente, nonostante i boicottaggi. Due sindaci belgi ad esempio avevano, dopo le vittorie dell’anno scorso, avevano interrotto i gemellaggi con il già citato Beaucaire e con Hayange. Anche in quest’ultimo comune il Fn cresce e passa dal 36% al 38,9% consolidando una posizione elettorale di tutto rispetto.
Interessante anche il dato di Avignone, dove si svolge il famoso e prestigioso Festival omonimo. Alle comunali il Fronte arrivò primo al primo turno. Il direttore della manifestazione dichiarò che in caso di vittoria, avrebbe spostato il festival. Al secondo turno però il “cordone sanitario” si formò e i lepenisti non conquistarono il municipio. A quanto pare però, come a Beaucaire, poco contano gli appelli ad excludendum della gauche: la fiamma francese anche se non esprime il sindaco, è ancora primo partito con il 35%. Il popolo vota liberamente, nonostante i diktat (disattesi) delle élite della sinistra tecnocratica.