La Cgil campana rischia di andare in frantumi. La segreteria regionale del sindacato s’è dimessa praticamente tutta e Susanna Camusso è andata su tutte le furie. La responsabilità della deflagrazione dello scontro, secondo le voci che si rincorrono ormai da settimane, sarebbero da addebitare ai dissidi interni al Partito democratico e alla battaglia tra correnti in vista (anche) delle elezioni amministrative di primavera.
Un pezzo importante della storia e dell’anima della sinistra napoletana e campana è in subbuglio. Il segretario regionale Franco Tavella, insieme ai dirigenti locali, ha rassegnato le dimissioni dalla guida della Cgil campana. La polemica contro la direzione nazionale del sindacato, Tavella ha parlato apertamente di “Campania a sovranità limitata” e di intollerabili ingerenze. La Camusso, arrivata a Napoli, non ha voluto sentir ragioni di sorta. Si son dimessi? Bene. Segreteria regionale e confederazione napoletana commissariate. “C’è bisogno di gente che scelga, cosa che finora non è stato fatta”. Si sussurra che la rottura possa essere dovuta (anche) alle imminenti questioni elettorali amministrative a Napoli. Le varie anime del sindacato si sarebbero scontrate in un turbinoso abbraccio mortale con le correnti del Pd di riferimento.
A dividerli l’opportunità di sostenere (o meno) la corsa di Antonio Bassolino. La Confederazione vivrebbe uno scontro interno, tra le singole sigle federate, riconducibile proprio alla differente opinione sulla discesa in campo del Viceré. Che intanto ricorda a Renzi gli impegni che ha preso con il Pd, dirigenti e militanti: “A Milano primarie aperte, libere e contendibili. Chi perde sostiene il vincitore, sottolinea Renzi. Bene, anche a Napoli”. Un caos e mezzo, giurano quelli che assicurano d’esser bene informati sui casi del sindacato napoletano e campano.
@barbadilloit