Di Podemos, il partito protestatario spagnolo di sinistra radicale, si è già scritto in lungo e in largo. Ma, mentre si avvicina la scadenza per le elezioni politiche in Spagna, ancora in pochi, quantomeno nel nostro Paese, hanno sentito parlare di Ciudadanos. Più che il gruppo antagonista capitanato da Pablo Iglesias, alle prese con un notevole calo di consensi in seguito al fallimento in Grecia di Alexis Tsipras, sta infatti emergendo con sempre maggior luce la stella di Albert Rivera. Avvocato 36enne di Barcellona, di famiglia borghese, Rivera si è laureato con il massimo dei voti al prestigioso campus dell’Esade, la “Bocconi spagnola” e nel 2001 ha anche vinto il Campionato interuniversitario di public speaking. Dopo un erasmus in Finlandia e un master in marketing politico a Washington, dal 2002 al 2006 ha lavorato per l’istituto bancario Caixa di Barcellona.
Rivera incarna dunque l’immagine del giovane di successo quando, al termine della sua esperienza come bancario, debutta in politica alle elezioni regionali catalane con un proprio partito: Ciudadanos. “Cittadini”, appunto. Da lì in poi la lista non ha fatto che crescere e oggi è data nei sondaggi al 22,6% contro il 22,7% del Partito Popolare attualmente al Governo con Mariano Rajoy. Al 22% il Partito Socialista mentre Podemos è fermo al 17%.
E a fermare la crescita del “partito viola” dell’ultrasinistra spagnola è stato, in parte, anche il “partito arancione” di Rivera, che ha saputo cavalcare il fallimento in Grecia di Alexis Tsipras, per il quale Podemos e il suo leader Iglesias avevano espresso pubblicamente la propria ammirazione. Addirittura Iglesias si era recato ad Atene alla chiusura della prima campagna elettorale di Tsipras, evento che ha poi costituito un boomerang.
In una Spagna che, pur in una situazione di lieve crescita economica, ancora vive in una situazione di pesante disoccupazione, seconda solo alla stessa Grecia in ambito europeo, le proposte radicali e anti austerità di Podemos avevano in un primo momento catturato l’interesse degli scontenti, che guardavano con speranza all’esperimento ellenico. Ma il fallimento di Syriza ad Atene e la sua successiva capitolazione alle richieste delle tecnocrazie di Bruxelles hanno mutato lo scenario.
Così ora è Rivera a convogliare la gran parte dei voti dei delusi. E a sconvolgere è il fatto che le sue proposte sono tutto fuorché popolari. Più Europa, più privatizzazioni, meno tasse ai ricchi, un no secco e assoluto al reddito minimo garantito, tra i principali punti programmatici di Podemos. Sul piano etico, Rivera si dichiara moderatamente progressista e di “centrosinistra”, nonostante una militanza adolescenziale tra le fila del Partito Popolare. E’ favorevole alle unioni gay e il suo partito in Europa è iscritto all’Alde, il gruppo dei liberali europei di cui fa parte anche Scelta Civica, il partito fondato da Mario Monti cui Ciudadanos in fondo sembra ispirarsi. Certo, sul piano estetico nulla a che vedere con il grigiore montiano, ma sul piano squisitamente politico e programmatico le assonanze sono parecchie.
E infatti non è un caso che Rivera sia considerato dagli avversari il “cocco” dei poteri forti e delle banche, mondo da cui proviene. Ma lui sfoggia un comportamento pubblico impeccabile e austero. Vive in affitto e gira in scooter, esemplificando quasi alla perfezione quell’”etica protestante del capitalismo” teorizzata dal sociologo tedesco Max Weber.
Nella Spagna un tempo rigidamente cattolica insomma, sembra avanzare una proposta laica e progressista, con riferimenti ideologici saldamente ancorati al mondo protestante e anglosassone della finanza e dell’economia di mercato più spinta. Certo, Ciudadanos difficilmente potrà spuntarla sui due storici partiti governativi, popolari e socialisti, ma potrà sicuramente costituire l’ago della bilancia per un eventuale governo di coalizione che, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei in forte crisi, sarà comunque sempre più agganciato alle logiche comunitarie. Qualcuno potrebbe definirla una “sindrome di Stoccolma” dell’elettorato spagnolo. Gli effetti reali però, si vedranno soltanto dopo le urne.