Sono ben lontani gli anni in cui il mondo del fumetto – nonché quello del suo prossimo parente, il cinema d’animazione – era fortemente ghettizzato, considerato un prodotto poco serio, rivolto unicamente allo svago di un pubblico giovane e tendenzialmente immaturo. I tempi, adesso, sono notevolmente cambiati ed è mutato in positivo anche il segno di questo filone artistico che riscuote sempre più successo di anno in anno, non soltanto a livello popolare (nel senso migliore del termine) ma anche come fenomeno culturale.
In quest’ultimo segmento si inserisce a pieno titolo Manga Academica, pregevole rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese edito dalla Società Editrice La Torre, che raccoglie i contributi più significativi delle pubblicazioni tesistiche di studenti universitari di diverso grado e istituzione che nelle loro ricerche si sono occupati di argomenti legati alla cultura del fumetto e del cinema di animazione giapponese, nonché gli studi pubblicati su riviste dipartimentali e in opere accademiche escluse dal circuito della distribuzione libraria, gli atti relativi a convegni e a conferenze e gli interventi in cataloghi di mostre e di eventi a essi correlati.
Una pubblicazione puntuale e rigorosa nelle sue analisi e nei diversi aspetti trattati che, nell’ultimo numero pubblicato, tendono ad evidenziare come il fumetto ed il cinema di animazione siano « potenti strumenti per “tastare il polso” dell’epoca in cui vengono prodotti e delle sue tensioni culturali e sociali ». Questa conclusione (contenuta nel saggio introduttivo a cura di Riccardo Rosati, pubblicato sul numero 8) chiude un excursus storico che spiega come e quanto il modernismo Taishō ed il militarismo Shōwa (due epoche fondamentali del Giappone moderno) abbiano influito anche sul fumetto e sul cinema d’animazione nipponico del secolo scorso. Con particolare riferimento al periodo Shōwa, ad esempio, le tematiche della durezza della guerra, delle difficoltà dei soldati al fronte e del militarismo più in generale hanno trovato spazio in diverse produzioni nipponiche tra le quali possiamo citare anche la celebre pellicola Porco Rosso di Hayao Miyazaki.
L’articolo di Nicola Grolla dal titolo “Soggettività e identità nel Giappone contemporaneo. Il fenomeno otaku” è un viaggio nella subcultura degli appassionati di manga e anime tra il filosofico ed il sociale, sottolineando « il carattere di distacco ed indifferenza nei confronti della realtà » che caratterizza appunto questo filone subculturale.
Conclude la rivista la lucida analisi di Giorgio Mazzola dal titolo “Il mentre caldo. Manga claustrofobici del Giappone che implode”, un saggio che illustra come il cataclisma nucleare subito dalla nazione alla fine del secondo conflitto mondiale ed i successivi periodi di crisi abbiano ispirato nella produzione fumettistica e d’animazione moderna un’atmosfera caratterizzata dal « dolore di una ferita ancora aperta » o al massimo di una « ferita rimarginata che però ha lasciato sulla pelle una profonda cicatrice », sui cui aleggia un costante senso di fatalismo.
Manga Academica
Rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
Vol. 8 [2015], 88 pp., illustrazioni in b/n, brossurato con copertina a colori
Società Editrice La Torre