La ferita dei marò “prigionieri” dell’India brucia, soprattutto il 4 novembre. Paola Moschetti Latorre, compagna del fuciliere Massimiliano (in cura a Taranto), ha commentato con dolore la ricorrenza vissuta con il cuore lacerato dai militari e dalle famiglie. Il caso aperto dei due Leoni del San Marco resta un vulnus per la dignità nazionale italiana.
“Oggi – scrive Paola Moschetti Latorre – si celebra un ‘altra festa delle forze armate e dell’unità nazionale, la quarta che cade sotto il segno di un’ingiustizia ancora pendente sulle spalle di due funzionari dello stato italiano, due uomini, due militari specializzati. Di sicuro oggi sarà nuovamente ricordata questa situazione ancora irrisolta, gli auspici di risoluzione, i passi mossi al fine di addivenire alla risoluzione rimarcando difficoltà ed errori passati. Ma ci si è mai chiesti come si vive da quasi 4 anni in una situazione di privazione della libertà senza che nemmeno un capo di imputazione sia stato espresso? Ci si è mai chiesti come si affronta ogni giornata sapendo che nulla cambierà e mantenendo intatti dignità e compostezza , tra alti e bassi , malattie e malesseri e tutti i problemi da cui la vita non preserva?
Sicuramente questo é un “unicum giuridico” domani ne parleranno i libri di storia ed i trattati di diritto internazionale ma oggi, questi anni ingiustamente sottratti schiacciano inesorabilmente con il loro peso, un peso che grava sempre di più sino a diventare insopportabile. Di certo si deve essere orgogliosi di due militari che riescono così degnamente a sopportare una situazione così terribilmente incerta.
Auguri a tutti i militari italiani che tra tante difficoltà ogni giorno pongono la loro vita e la loro professionalità a servizio di noi tutti. Auguri anche a colori che tra noi italiani credono in valori quali “unità nazionale” ed in questi lunghi anni hanno dimostrato quanto la stessa non sia meramente utopica ma una degna realtà!”.