“Il vero Erdogan è un uomo di potere che sta acquistando sempre più peso nella Nato e nel Mediterraneo: è un fondamentalista moderato. Lei pensa che Mussolini prendeva voti perché la gente aveva paura di lui? Non è così. I dittatori in generale sono tali perché in un modo o nell’altro si rivelano più abili degli altri. Erodgan, senza dubbio ha anche il consenso dei turchi”: Franco Cardini, storico e studioso di geopolitica, intervistato da Intelligonews ha commentato così il plebiscito pro Erdogan nelle ultime elezioni politiche in Turchia.
Il ritratto del leader turco
“E’ un uomo di potere – spiega Cardini – che sa che a questo punto anche se la Turchia magari non entrerà mai in Europa, sta acquistando molto più credito in Occidente e mi riferisco al ruolo dentro il club Nato e tra i Paesi che vi aderiscono che poi sono in gran parte europei. In realtà a Erdogan interessa agganciare gli americani da una parte e dall’altra il blocco egiziano, arabo-saudita che si sta concretizzando e intorno al quale si sta portando avanti la guerra civile musulmana contro gli sciiti. Questo è l’aspetto che di lui mi preoccupa di più e che lo fa insistere contro un’eventuale soluzione in Siria che comprenda un minimo di permanenza o di sopravvivenza di Assad. L’errore è che così si impedisce il dialogo tra Obama e Putin che invece, andrebbe agevolato. Fino a quando si continuerà a dividere il mondo tra chi vuole la guerra e chi no, non andremo da nessuna parte”.
Erdogan contro i media della gauche caviar
“Erdogan – ha aggiunto Cardini – chiude qualche giornalino vicino alla gauche caviar che non è solo a Parigi ma anche in Turchia; dà una strettina a gruppi troppo filo-occidentali che in questo momento gli rompono le uova nel paniere perché Erdogan è in una fase di recupero, ma è altrettanto vero che la sua linea corrisponde alla sua impostazione e a quella della sua famiglia: Erdogan, effettivamente, è un fondamentalista moderato per usare una pessima definizione tanto in voga. Sta facendo una politica che gli serve a consolidare consenso, puntando sul fatto che i poveri sono numericamente più dei ricchi, specie in tempi di crisi, e i ricchi in Turchia, ovvero i ceti più abbienti e colti sono tutti fortemente filo-occidentali, favorevoli dunque all’ingresso in Europa”.
Erdogan e l’Europa
“Erdogan ci dice: per anni vi ho chiesto l’ingresso in Europa – ha concluso Cardini – ma voi avete fatto un sacco di storie. Sapete che c’è di nuovo? Io oggi non ho più bisogno di voi. E questo è preoccupante nel momento stesso in cui Erdogan acquista peso nella Nato e nel Mediterraneo. Per quanto riguarda la Nato, a mio avviso sbagliando, sta prendendo piede una linea filo-sunnita e anti-sciita. Ormai, stanno parlando di aprire le porte a Israele e all’Arabia Saudita: in questo contesto – e la cosa piace molto a Matteo Renzi – significa assumere una posizione anti-russa, anti-siriana e anti-iraniana, quindi in prospettiva anche anti-cinese. I segnali ci sono con le manovre della Nato nel Mediterraneo orientale: una pura provocazione volta ad attizzare i carboni di una nuova guerra fredda, che poi tanto fredda non è: diciamo tiepida. Invece, bisognerebbe essere più cauti nello schierarsi”.