La magistratura stoppa la trascrizione in Italia dei matrimonio omosessuali celebrati all’estero, per i giudici il fatto che i futuri coniugi siano di sesso opposto è inderogabile ai fini della validità del vincolo giuridico che discende dalle nozze.
La questione non è di poco conto, anzi. La pronuncia del Consiglio di Stato, organo supremo della giurisdizione amministrativa, fa ritornare al centro della discussione “l’indefettibile condizione della diversità di sesso fra i nubendi” rifacendosi al dettato costituzionale e giungendo a dar facoltà ai prefetti di annullare tutte le trascrizioni dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero che, sull’esempio del Comune di Roma, sono state compiute nei pubblici registri.
La querelle giudiziaria era nata subito come braccio di ferro tra Ignazio Marino e Angelino Alfano. La sfida aveva opposto il Comune di Roma dopo che il Ministero degli Interni aveva diramato una circolare con la quale invitava i prefetti ad annullare, gerarchicamente, gli “atti illegittimi” adottati dai primi cittadini. Dopo il primo grado al Tar del Lazio è arrivata la parola definitiva, in appello, sul caso delle trascrizioni. I matrimoni tra persone delle stesso sesso non sono ammissibili perchè, in Italia, è necessario che i coniugi siano una donna e un uomo. Per quanto riguarda la trascrizione il ragionamento si basa sullo stesso assunto. Si può procedere a registrare le nozze avvenute all’estero e a conferir loro pieno valore giuridico anche in Italia, a patto che rispettino le norme e le condizioni che la legge italiana prevede per l’efficacia del matrimonio.
Sull’annullamento delle trascrizioni c’è la presa di posizione che, in sostanza, annulla ogni effetto dell’ondata di trascrizioni partite dall’esempio di Roma. I prefetti, come sosteneva il Ministero, possono intervenire annullando gli atti perchè, in qualità di rappresentanti del governo sul territorio, si trovano in una posizione gerarchicamente superiore a quella delle singole amministrazioni comunali. Che, del resto, sono tenute a osservare tutte la medesima posizione sul tema altrimenti verrebbe a verificarsi una disparità di trattamento giuridico tra le diverse zone d’Italia.
Nessun problema solleva l’invito che l’Ue tempo fa rivolse all’Italia riguardo la maggior tutela giuridica per le coppie di fatto e le unioni civili. Sebbene recepito l’appello, il diritto di famiglia rimane competenza esclusiva dei parlamenti nazionali senza possibilità sostanziale d’intervento da parte di Bruxelles.
@barbadilloit