Fermi tutti. Forse l’esportazione della democrazia nel Medio Oriente è stata uno sbaglio. E non lo dice il terzista Jeremy Corbin, neo leader del Labour Party, ma niente-poco-di-meno-che Tony Blair, il premier che gettò la Gran Bretagna alla presa di Bassora, all’abbattimento di Saddam e alla conseguente destabilizzazione dell’area. A Blair, nume tutelare ancora oggi della sinistra occidentale, in una lunga intervista rilasciata alla Cnn è capitato di dover chiedere scusa per l’impegno profuso in Iraq al fianco del presidente George W. Bush. “Mi scuso per il fatto che le informazioni riservate da noi acquisite prima del conflitto erano sbagliate. E mi scuso pure per alcuni errori compiuti in fase di pianificazione e per il non aver intuito cosa sarebbe potuto accadere nell’area una volta rimosso Saddam Hussein”. E non è tutto: “Penso che ci sono degli elementi di verità nella ricostruzione che vuole l’Isis sorgere sull’ingovernabilità causata dall’invasione dell’Iraq”.
La posizione di Tony Blair arriva a dodici anni dall’inizio della seconda guerra del Golfo. Quella, per intendersi, che è cominciata perchè “Saddam aveva le armi di distruzione di massa”. Un conflitto mai troppo popolare in Gran Bretagna, anche perchè l’esercito di sua Maestà britannica non ebbe proprio a brillare nel far da scudiero agli Usa, ancora nel ruolo consueto di gendarmi del mondo.