Aiutare i popoli che ne hanno bisogno, aiutarli lì dove vivono e soprattutto dove combattono per la difesa della propria terra e del proprio destino. Non è la classica solidarietà da parrocchia o da associazione che, dietro falsi sorrisi e pietismo, fa speculazione sulle disgrazie altrui: è a tutti gli effetti una missione che si integra in uno stile di vita. Sol.Id. (sigla che sta per Solidarité – Identités) è una onlus decisamente non conforme che dal 2013 è impegnata nella salvaguardia delle identità dei popoli in lotta per la propria sopravvivenza e per la propria sovranità. Barbadillo ha intervistato Ada Oppedisano, presidente dell’associazione.
Ada, ci presenti Sol.Id.
Sol.Id. è una onlus che, attraverso l’impegno quotidiano dei suoi volontari sui più diversi fronti – Siria, Kosovo, Birmania, Crimea, Palestina, Sud Africa, Kenya -cerca di contrastare, con le proprie azioni di solidarietà, il rullo compressore del mondo globalizzato in cui viviamo: un mondo in cui l’egualitarismo e l’appiattimento delle culture tentano di cancellare quella ricchezza rappresentata dalla diversità culturale e dal coraggio proprio di quegli uomini e di quelle donne che hanno ancora in cuore la forza di lottare per la propria identità.
Da un punto di vista operativo, in cosa consiste la vostra attività?
Il volontariato di Sol.Id. consiste in azioni quotidiane svolte sul territorio nazionale e che trovano il loro compimento nel momento della partenza per la missione. Lavoriamo giornalmente per raggiungere i nostri obiettivi, attraverso eventi di raccolta fondi, raccolte di materiale medico, scolastico, beni di prima necessità (come nel caso del progetto 2015 per la Siria per cui sono disponibili circa 60 centri di raccolta in tutta Italia), scambi culturali e organizzazione di numerosi dibattiti e conferenze per promuovere e divulgare la cultura, le problematiche e la conoscenza dei popoli che ricevono la nostra solidarietà. La missione è dunque solo l’importante punta di iceberg di un lavoro svolto con costanza ed impegno.
E qui una domanda nasce spontanea: cosa vi spinge a farlo?
L’esigenza di mettere su una struttura come Sol.Id. è nata nel momento in cui un gruppo di giovani volontari attivi da anni nel campo della cooperazione internazionale ha sentito la necessità di attivare meccanismi concreti di solidarietà che andassero oltre il buonismo di maniera o l’assistenzialismo; un modo chiaro per non fare del volontariato un contenitore vuoto entro cui riporre le sporcizie della coscienza occidentale, oltre ogni “ma chi te lo fa fare?”, oltre ogni “pensa al tuo seminato”.
Sol.Id. è una realtà solo italiana o ci sono sedi e membri anche in altri Paesi europei?
In linea con il nostro motto “European Volunteers”, cerchiamo sempre di coinvolgere nelle nostre missioni alcuni volontari provenienti da tutti i paesi del nostro continente, in nome di una fratellanza e di una comunione d’intenti che ci vede partecipi della stessa storia e della stessa identità. Attualmente sono in corso alcuni progetti per l’apertura di sedi fuori dall’Italia, in particolar modo in Medio Oriente… ma non voglio svelare troppo.
A proposito di Oriente, dando un’occhiata al vostro sito (http://www.volunteers-solid.org/) si intuisce una certa intesa con l’altra sponda del Mediterraneo, in particolar modo con la Siria. Come nasce questo collaborazione?
Il nostro rapporto con la Siria nasce nel 2013, con la prima missione esplorativa avvenuta tra fine agosto e inizio settembre di quello stesso anno, periodo in cui l’amministrazione americana aveva minacciato di bombardamenti aerei il legittimo governo siriano. Noi non credevamo a quello che i media volevano farci credere: abbiamo dunque messo i nostri zaini sulle spalle e, una volta sul luogo, abbiamo iniziato ad intessere rapporti con personalità politiche, diplomatiche e organizzazioni sul territorio siriano, grazie anche al prezioso aiuto e supporto della Comunità Siriana in Italia. Poste le basi, dopo un anno di duro lavoro, siamo tornati in Siria nell’ottobre del 2014: siamo riusciti a portare aiuti umanitari d’emergenza consistenti in 2 ambulanze attrezzate, strumentazioni mediche (defibrillatori per adulti e pediatrici) e oltre 2 quintali di medicinali che sono stati consegnati all’Associazione “Al-Wafa” di Tartus. In collaborazione con il ministero del turismo siriano abbiamo inoltre organizzato una mostra fotografica sulla distruzione del patrimonio storico archeologico siriano che sta facendo tappa in diverse città del nostro paese e non solo. I prossimi obiettivi ben si riassumono nel “Progetto Mediterraneo Solidale”, sottoposto da Solidarité Identités alle massime istituzioni dello Stato Siriano e supportato dai Ministeri degli Affari Sociali e della Salute, il quale prevede l’invio periodico di aiuti umanitari. Siamo stati invitati il mese scorso dall’associazione “Step for Syria” a partecipare come delegazione italiana alla “I International Conference for Youth in Syria”, dove abbiamo potuto scambiare opinioni e costruire rapporti e basi per future collaborazioni sia con i ragazzi del luogo, sia con gli appartenenti alle altre delegazioni provenienti da tutto il mondo.
Lo scorso 26 settembre avete organizzato a Roma il I° congresso internazionale di Sol.Id. dal titolo “Mediterraneo solidale”.
E’ stato un momento molto importante per noi perché ha permesso di fare luce su questioni di alta attualità riguardanti il “Mare Nostrum”, un bacino di civiltà che coinvolge tutti noi, con ospiti che per la prima volta in Italia hanno avuto la possibilità, tramite questo convegno, di esprimere liberamente le proprie considerazioni, le proprie verità e il proprio essere. Siriani, libanesi e iraniani seduti attorno allo stesso tavolo di italiani e francesi: un’immagine della stima e della gratitudine reciproca che ci lega da millenni.
Chiudiamo con un po’ di poesia: un ricordo speciale o un episodio legato alla tua esperienza con Sol.Id.
Non ha importanza in quale parte del mondo ti trovi o di quale missione tu sia parte, quando ad accogliere la tua mano tesa nell’atto di donare c’è il ringraziamento ed il sorriso di un bambino, di un soldato, di una madre o di un uomo che ha ancora in petto il coraggio di lottare per la propria Terra.