E’ come la battaglia di Maratona: se la guardi da vicino vedi un combattimento corpo a corpo. Se ti allontani ecco due milizie l’una contro l’altra. Se indietreggi ancora vedi lo scontro tra due civiltà. Così è ‘La scopa del sistema’: il primo dei tre romanzi di David Foster Wallace, anticamera del capolavoro ‘Infinite Jest’ e passo importante verso ‘Il re pallido’ (postumo e incompiuto). Ispirato alla sua seconda tesi di laurea, esprime al meglio il punto di vista dello scrittore statunitense sulla vita moderna. Una prospettiva poi che in ‘Infinite Jest’ troverà la sua esaltazione orgasmica. Visionario? Di più. Se vuoi provare a comprenderlo, se cerchi di capirne la storia, è delirante, non ne esci vivo. Ma se lo guardi da lontano chiudi il libro arricciando il labbro come a dire: “Forse ho capito”.
Il patto con il lettore è questo: non cercare la storia nel suo sviluppo particolare, ma osservala come un fiume che ti passa davanti. L’intreccio tra fatti e personaggi è talmente complesso che ad un primo sguardo appare tutto troppo complicato.
Lenore va alla ricerca della nonna scomparsa da una casa di riposo. In mezzo ad un delirio di fatti, racconti brevi ficcati ovunque, testimonianze e personaggi, alla fine la protagonista (che tra l’altro ha lo stesso nome della nonna, tanto per facilitare le cose) semplicemente sparisce. Non si sa se ritrova la nonna e non si sa se decida di seguire gli altri. O di fuggire da sola.
“Credo che questo tizio qui sia il barbiere che rade solo e tutti quelli che non si radono da sè. Il dilemma è se il barbiere si rada da sè o meno. Credo sia questo il motivo per cui gli è esplosa la testa”
Ecco il dilemma e il messaggio visionario: Lenore scappa da tutto, dalla storia, dai personaggi che la inseguono, dal lettore che vuole sapere. E va da sé. Non le importa del contesto. E non le importa nemmeno di risolvere il dilemma del barbiere. Tanto che il libro finisce con una frase a metà: “Puoi fidarti di me. Io sono un uomo di”. Fine.
David Foster Wallace al momento è al quinto posto nella classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre, dopo le analisi di Considera l’aragosta, La scopa del sistema, Il tennis come esperienza religiosa e Brevi interviste con uomini schifosi.