In Siria sono partite le operazioni militari della Francia contro l’Isis. Ad annunciarlo è un comunicato ufficiale dell’Eliseo, nel quale si ribadiscono l’autonomia d’azione francese e la necessità di difendere la popolazione dalla violenza del Daesh (l’Isis nel linguaggio politicamente corretto). Viene ribadita anche la necessità di avviare una transizione politica per creare un governo diverso da quello di Assad, ma a questo punto, appare più una dichiarazione di intenti cartacea, dato che la Francia ha deciso di agire solo dopo l’intervento massiccio della Russia.
Si sta quindi delineando il volto di una coalizione internazionale, che al momento non pare coinvolgere in modo decisivo gli Stati Uniti. I comunicati dell’esercito iracheno parlano di collaborazione con Russia, Siria e Iran e l’incontro fra Putin e Netanyahu ha messo la parola fine a qualsiasi ostacolo posto da Israele all’azione militare contro l’Isis. L’unica condizione è che Hezbollah, anch’esso a fianco di Assad, non utilizzi armi russe contro Israele, accordo che verrà molto probabilmente rispettato, pena un incidente diplomatico piuttosto grave che Putin al momento non ha alcuna intenzione di provocare.
Anche in virtù dell’avvicinamente fra Russia e Israele, appare meno influente, rispetto al recente passato, il ruolo di Obama nel Medio oriente. L’affare siriano è sempre meno “unipolare”.