Ci sono un portoghese, un ivoriano, un russo e un romanista. Il portoghese, di cerchi bianchi e verdi vestito, vuol passare il turno preliminare della Champions League contro il russo, bardato di rossoblù. Solo succede che l’ivoriano, brillante manco fosse Apollo sul carro solare, segna due volte e il romanista bestemmia, o ride, o si stropiccia gli occhi o, comunque, rimane sconvolto.
Le barzellette pallonare, come quella di Garcia che ritiene Doumbia a Roma il colpo del secolo, non fanno ridere quasi mai. Come non può far ridere il popolo giallorosso l’incredibile fortuna che Seydou ha sbattuto in faccia allo Sporting Lisbona (che non sarà uno squadrone ma nemmeno è esattamente una squadretta da oratorio), sbattendo fuori biancoverdi lusitani, di fatto, dalla Champions.E sarebbe ancora niente: in svantaggio dall’andata (2-1) e poi al Luzhniki (0-1), Doumbia s’è caricato la squadra sulle spalle e l’ha portata a un incredibile trionfo. C’è da non crederci.
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Doumbia, che a Roma ha rinnovato i discutibili fasti di un bidonissimo come Renato Portaluppi, è rinato una volta ritornato al mittente. Come un pacco difettoso, torna in fabbrica. In quel Cska che al calcio italiano, nei tempi recenti, ha donato falsi profeti e illusori messia (tipo Honda al Milan).
Intanto l’ivoriano s’è scatenato, segna pure di gomito. A Roma non correva manco durante il riscaldamento. Vuoi vedere che avevano ragione quei goliardissimi che su Facebook hanno lanciato l’appello “Non si vende Doumbia”?