Rileggere i disagi derivanti dalla pressione della società moderna attraverso un’immagine inquietante e affascinante. Solo un genio come Don DeLillo poteva riuscire a materializzare un messaggio forte, attuale, contemporaneo ma anche premonitore e visionario, attraverso la performance di un artista di strada. Cioè di uno qualunque, di uno che passa e se ne va, di uno che spesso lo guardi ma non ti lascia niente dentro. Il tutto all’interno del mondo dell’11 settembre americano.
“L’uomo che cade”, capolavoro dello scrittore americano (insieme a Underworld?) merita un nove su dieci nella classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre. Il quid visionario è fortissimo. In giro per New York c’è un uomo, David Janiak, che all’improvviso in mezzo alla strada improvvisa una performance: si piazza a testa in giù, in giacca e cravatta, appeso ad un filo. Poi basta: a volte scende da solo, a volte rischia di precipitare, a volte lo ferma la polizia. Rappresenta gli uomini che si sono lanciati dalle Torri Gemelle l’11 settembre. Costretti a buttarsi dall’arrivo delle fiamme. Quando la gente lo vede si ferma, ride, resta col fiato sospeso, aspetta la polizia e poi se ne va. “Che diavolo sta facendo quello?”, si chiede il passante con il sorriso sulle labbra. Poi se ne va senza darsi risposta. E a cena lo racconterà ai famigliari.
David Janiak è la rappresentazione dell’uomo di oggi: costretto a vivere dentro a una vita costruita dagli altri (come sono stati costretti dagli altri quelli che si sono lanciati dalle Torri), in cui l’ambiente circostante condiziona ogni tua scelta. L’uomo che cade, David Janiak, è l’uomo che non riesce a restare in piedi sulla sua vita. Anche quelli in giacca e cravatta, proprio come David, sono a rischio.
“Si piazza davanti alla finestra e vede quel che capita per strada. Qualcosa capita sempre, perfino nei giorni più quieti e a notte fonda, basta rimanere lì per un po’ e guardare”.
E’ quello che a volte si fa della propria vita: restare a guardare le cose che accadono, tanto prima o poi qualcosa capiterà. In questo modo si è “costretti” a vivere esperienze “mediate” da altri. Come davanti alla televisione. E’ quello che succede ai protagonisti del libro.
Don DeLillo si trova al secondo posto della classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre dopo le analisi di L’uomo che cade e Cosmopolis.