Il seguito di Trainspotting sta iniziando a prendere forma e i fan di Irvine Welsh e Danny Boyle si dividono: giusto tornare sull’opera o ennesima trovata pubblicitaria? Ogni re, si sa, ha due popoli. Chiederselo è lecito. Ma qui parliamo di un capolavoro e servono riflessioni. Anche perché siamo di fronte ad un caso differente rispetto ai tradizionali “sequel” a cui ci hanno abituati negli ultimi anni. Qual è la differenza? Il tempo.
Pensate alle grandi saghe cinematografiche e editoriali di oggi. Il secondo capitolo esce dopo soli pochi anni (mesi?) rispetto al primo. Il terzo, lo stesso. E così via.
L’obiettivo (e qui lo si capisce) è cavalcare l’onda, spremere i consumatori il più possibile. Ed ecco che spuntano gli zaini del protagonista del film, gli astucci, gli album delle figurine. Finita la saga, eccone un’altra. Sono scelte anche queste. Però scelte differenti.
Trainspotting è uscito nel 1996. Perchè Trainspotting 2 dovrebbe essere un sequel “commerciale”? Porno, romanzo di Welsh considerato il seguito del capolavoro ambientato ad Edimburgo, ha visto la luce nel 2002. Di tempo ne è passato. Ma ciò non basta per escludere l’ipotesi “commerciale”. Ma il tempo trascorso stavolta è una variabile fondamentale per comprendere quel film (libro).
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Pensate un attimo ai temi della pellicola di Boyle e attualizzateli. Scappare dalla vita “normale” e rifugiarsi in un mondo tutto proprio; cercare l’occasione giusta insieme agli amici in mezzo ad un mare di merda (letterale); trovarla, e poi decidere di lasciare tutto per andare incontro alla stessa vita “normale”. Questi solo alcuni spunti. Non vi dicono niente? Non vi dicono che nel frattempo, dopo una ventina d’anni, la società ci ha detto molto di nuovo su questi temi? Non vi dicono che di cose da dire su questi argomenti oggi ce ne sono milioni? Non vi dicono che la società di oggi è cambiata rispetto a quella? Non vi dicono che la società di oggi non è cambiata affatto rispetto a quella?
Non sapete rispondere? Ecco, vedete. C’è bisogno di Trainspotting 2.
Irvine Welsh è al sesto posto della classifica di Visio sulla classifica degli scrittori più visionari di sempre, dopo le analisi di Trainspotting e Porno.