La mozione dei quarantenni per scongelare simbolo e patrimonio della Fiamma e rimettere in pista An divide e accende gli animi. Come abbiamo commentato fin dai primi passi dell’iniziativa, forte è il rischio che il dibattito divenga fuorviante, e rinfocoli le divisioni di una comunità unità che non esiste più dal 2008.
Ecco però un acceso scambio di opinioni su un social network che indica le divisioni presente nel mondo postfascista.
Marco Perissa, dirigente giovanile di primo livello di Fratelli d’Italia scrive commentando un articolo che evidenzia il ruolo di Alemanno nella mozione scongela-AN:
“Inspiegabili rigurgiti dal passato. La mozione dei 40enni è il modo per tentare di distrarre l’attenzione sulla regia reale di questa operazione. Dietro nuovi burattini sempre gli stessi colonnelli. Arrendetevi. La storia vi ha circondato. Pensate davvero che basterà un simbolo e dei soldi (perché tanto è a quelli che puntate,avidi ingordi di privilegi) per restituirvi la dignità che avete barattato al mercatino delle pulci per una poltrona? La gente conosce i vostri 1000 volti. Vi troverà ovunque vi nasconderete e sarà pronta a gridarvi ancora il suo disprezzo per il fallimento storico che avete partorito. Largo agli uomini liberi, unica vera diga contro l’avanzamento del pensiero unico”.
Francesco Biava, ex deputato destra sociale:
“caro marco, perdona la franchezza, ma l’unico rigurgito che leggo è il tuo. Ci sono tesi politiche a volte differenti, sulle quali si può essere legittimamente in disaccordo, ma alle quali bisognerebbe rispondere con altre tesi politiche e non alla “ragazzi della via pal” , non stiamo facendo la “guerra dei bottoni”, dirigenti politici si dovrebbero comportare diversamente, checchè ne dica la gente per me la politica è sempre stata e resta una cosa seria. La tesi politica che io ed altri sosteniamo, lealmente ed apertamente anche con il mio intervento in Direzione Nazionale, è che esistono LE destre e non LA destra. Che i Leader che si sono susseguiti dalla fondazione dell’MsI in poi sono stati quelli che maggiormente e con più efficacia hanno saputo trovare il “minimo comun denominatore” tra le destre: quella liberale e quella sociale, quella conservatrice e quella rivoluzionaria, quella identitaria e quella atlantista, quella cattolica e quella tradizionalista. Intendendo per minimo comun denominatore quel recinto di valori ed idee politiche al di fuori del quale non si può appartenere ad una comunità politica che voglia definirsi di destra. Giorgia ha tutti i numeri per raccogliere la sfida, deve solo dimostrare di saper fare uno scatto in più, non capisco i motivi dell’essere contrari. La base comune che ci ha legato in passato era “Dio Patria e Famiglia”, troppo arcaico? Va bene ci sono declinazioni più moderne: identità, sovranità, interesse nazionale e valori non negoziabili, andando ben oltre una mera “retorica del tricolore”. Io ho scelto Fdi perchè era l’unica destra in campo simile alla mia destra, l’ho fatto e lo rifarei. Ma questo non mi esime da un’analisi del dato elettorale, peraltro assolutamente condivisa da Giorgia nella sua relazione alla direzione nazionale, oltre che da una considerazione storica e politica del grande partito della destra nazionale. La capacità di tenere assieme tutte le anime della destra è stata la “chiave di volta” che ha consentito di “attraversare indenni” fasi drammatiche della nostra storia, ci sarebbe stata una generazione atreju senza quell’unione??? Il momento è grave ed ognuno deve assumersi le sue responsabilità, siamo sopravvissuti a p.zzle Loreto pagando un caro prezzo in termini di “sbarre” di “sangue” e di “sudore”, siamo sopravvissuti al tentativo di ridurre la destra nazionale ad una “succursale legalizzata” di Andreotti e la DC (democrazia nazionale) sopravviveremo al PdL ???? La mozione dei quarantenni è un tentativo di dare una risposta politica a questa domanda, francamente trovo imbarazzante che tu scriva di uno che feno a 3gg fa volevate nominare coordinatore della regione Calabria dandogli le chiavi del partito “nuovo burattino”, oltre a non farti onore. Ma se vuoi parlare di politica allora spiegami qual’è la tua tesi e lascia gli insulti e le”biricchinate infantili” fuori dalla porta, fallo per rispetto della tua intelligenza che hai umiliato con questo post. In gioco non c’è il “culo di qualcuno” ma la sopravvivenza di un mondo e di una storia che vale più di me di te e di tutti noi messi assieme. Dissenti se non sei d’accordo, ma se non sei adeguato al dialogo politico, fai il favore di occuparti di altre cose. Con affetto e amicizia”.
Antonio Tisci, consigliere d’amministrazione del Secolo d’Italia, vicino ad Alemanno:
“Quanto livore Marco, troppo livore. Ho cattiva memoria eri un dirigente giovanile ai tempi in cui i “colonnelli” si rendevano protagonisti di tante nefandezze, e quanto è rumoroso il ricordo del tuo silenzio e della tua accondiscendenza, nonché di tutto il movimento giovanile che non vedeva l’ora di ascoltare Berlusconi che regalava i libri sulle vittime del comunismo e raccontava le barzellette sui comunisti? Lo ero anche io, qnche se sempre poco plaudente verso le comiche di Silvio, ma io non mi vergogni della mia storia e me ne considero parte e continuazione, se tu ti vergogni delle persone che applaudivi, provq a vergognarti dei tuoi applausi. Io ho buona nemoria e ricordo tutto, ricordo quelli che “non si può criticare io precariato”, rivordo quelli che “israele difende lq democrazia e con la Kefjia pulisco i cessi”, ricordo “meno male che Silvio c’è”…..e limito i,niei ricordi.
Detto questo è parkando del futuro, vhi ha paura di allargare? Chu ha paura di portare dentro pezzi di storia della destra italiana?
Io non ero con Gasparri quando tu lo applaudivi e neanche con Menia quando era amico tuo, non ero con Tatarella e neanche con Scopelliti (io posso dirlo, tu no), eppure io credo che Menia, Scopelliti, Tatarelle e anche Gasparri se lo volesse, sono pezzi di questa storia e parti della destra italiana a pieno titolo, con il diritto di portare il proprio cobtributo, senza esclusioni e senza rendite di posizione.
Per quanto riguarda il tesoretto, se vuoi acvusa anche me di voler mettere le mabi sul malloppo, ma io credo che qui soldi soni stati raccolti per fare politica nel Msi e in An, chi se ne dichiara continuatore ha il diritto di usarli per i motivi per cui esistono ma solo se si richiama a quella storia e a quelle persone, senza esclusioni.
Il resto è fuffa”
Maurizio Marrone, consigliere comunale e regionale di Torino, Fratelli d’Italia:
“Parlando di politica e non di persone e personalismi … Dopo Monti e il No Euro il modello è l’UMP di Sarkozy? Solo perché i posizionamenti consigliano di fare la fronda a Salvini che ci ha bruciato sul lepenismo (peraltro senza segnare alcun record olimpico di velocità?) … Auguri, sto situazionismo esasperato privo di giustificazione e comprensibilità ha già assassinato la vecchia An, abortirà anche la nuova”.
La replica di Perissa a Biava:
“Francesco Biava scusa se ti ho lasciato per ultimo ma la tua era la sollecitazione più solleticante. Vuoi una tesi politica? Se hai davvero il dubbio che io sia il “ragazzo della via Pal” (tra l’altro grande esempio di difesa della tradizione contro il progressismo sfrenato quindi non capisco perché lo citi in accezione negativa) mi sento in dovere di affermare alcune cose. La mia tesi politica è che considero Dio, Patria, Famiglia, Identità, sovranità e tutto quanto da te citato non soltanto superato, ma limitante rispetto al soggetto politico di cui, credo, gli italiani abbiano bisogno. Nella mia formazione ho imparato la distinzione tra valori e principi. E ritengo ci sia una precisa gerarchia tra i due. I valori sono assoluti imprescindibili trasversali universali e immortali. I principi sono la loro declinazione nell’ambito dei contesti storici, sociali e geografici. In questa gerarchia quelli citati da te sono, per me, principi ed in quanto tali non non totalizzanti. Credo quindi ci sia bisogno di un soggetto politico che abbia il coraggio di abdicare ai principi per sposare i valori di cui oggi ha bisogno il nostro popolo. Solidarietà, Sussidiarietà, Pace, Libertà. Valori, come dicevo, che sovraintendono il concetto di sovranità o famiglia ma da cui queste cose traggono origine. Applicabili in ogni contesto da quello macro economico a quello del mercato interno passando per la geopolitica, le relazioni estere. Credo ci sia bisogno di un soggetto politico capace di portare l’Italia nel libero mercato. Credo che l’Europa dei popoli sia una bellissima suggestione ma che in verità non vuol dire niente. Credo che vada superata con un Europa solidale in cui esista un debito comune, un uguale prezzo del denaro per tutti, un equo ed uguale sistema di tassazione e chissenfrega se non avremo un esercito europeo. Potrei continuare ore ma forse è meglio farlo con un caffè perché questi argomenti sono sempre troppo appassionanti… In conclusione voglio solo dire una cosa… Credo che tutto quello che siamo, che cerchiamo di essere e che forse saremo non possa chiamarsi destra. Credo che valga la pena continuare a sacrificare la vita di ogni militante o dirigente solo ed esclusivamente sulla scia di un progetto a vocazione maggioritaria e che storicamente la destra non lo è. Quello della destra è un perimetro troppo stretto rispetto allo stato di salute del nostro popolo e al l’urgenza di mettere in campo soluzioni valide. Mi fa incazzare quando la parola allargare viene riferita agli ex an dimenticando che l’unico vero allargamento su cui ha un senso riflettere è quello finalizzato alla conquista di quel 50 % di italiani che non votano. Ora inutile continuare ad elogiare Giorgia per le sue capacità…. Grazie… Ha il doppio dei voti del partito da sola… Credete nel rilancio di alleanza nazionale? Bene rilanciatela. Ma senza strumentalizzare nessuno e senza i soldi della fondazione. Se il progetto vale e la classe dirigente che mettete in campo sara valida sarete presto a quel 3.75 % che tanto non ti piace. Pace e bene a tutti!!!”.
Ora ogni lettore di Barbadillo ha chiaro, anche grazie a questi scampi di commenti, il motivo della dissoluzione di un soggetto politico nazionale a destra, e sopratutto quanto sia impervia la strada di una riunificazione delle destre con queste premesse.