“I Conservatori e Riformisti nascono su 3 pilastri fondamentali: il radicamento irreversibile nel centrodestra perché siamo indisponibili ad appoggiare la sinistra ed il governo Renzi in alcun caso, tanto in modo evidente quanto – ancor peggio – con accordi sottobanco; la presa d’atto della fine della stagione politica del centrodestra di questi ultimi 20 anni e il superamento della figura di Berlusconi come elemento centrale di riferimento ed, infine, contenuti politici, in linea con il programma realizzato da Cameron, che perseguano l’obiettivo di una radicale riduzione del peso, del costo e della presenza dello Stato, attuando da subito una drastica riduzione del carico fiscale per le imprese e le famiglie cui deve essere tolta la tassa immorale sulla prima casa”: Massimo Corsaro, ex Fdi ora con i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, su La7 a “Coffee Break” ha presentato le linee del nuovo movimento di centrodestra liberale.
Per uno stato leggero
“Gli strumenti per far dimagrire lo Stato ci sono da tempo” sottolinea il deputato lombardo “E allora ci domandiamo: perché Renzi non li ha attuati e ci presenta un piano, che noi definiamo “piano-piano”, con orizzonte quinquennale? 5 anni sono un tempo che la nostra economia non si può permettere. Cottarelli ha individuato la spesa da tagliare; i costi standard sulla sanità possono essere applicati, i trasferimenti alle imprese sono dispersione di danaro pubblico; i centri di costo della P.A. e le municipalizzate sono ancora troppe. Si tagli tutto questo in un anno per finanziare un drastico ed immediato abbassamento delle tasse. Renzi parla di privatizzazioni con una logica improduttiva: vuol vendere le Poste? Stabilisca i servizi di pubblica utilità che l’acquirente dovrà garantire allo Stato e venda tutto, realizzando così un valore importante. Che senso ha vendere il 40% per incassare pochi soldi e dare a qualcuno la possibilità di gestire in proprio un’azienda che resterebbe pubblica?“.
“Deve essere chiaro – conclude Corsaro – che la ricchezza non la produce lo Stato, ma le imprese ed i lavoratori. Questi però devono essere liberi di agire senza il peso della burocrazia e l’oppressione del fisco. È necessario abolire ogni forma di autorizzazione preventiva all’esercizio della libertà di impresa, perché è lì che si annida la gran parte dei fenomeni di corruzione. Per difendere i lavoratori ed il loro impiego, è necessario difendere le imprese“.