“Certe volte, guardando il giovane svizzero giocare, spalanchi la bocca, strabuzzi gli occhi e ti lasci sfuggire versi che spingono tua moglie ad accorrere da un’altra stanza per controllare se stai bene”. Sono i Momenti Federer, come li chiama David Foster Wallace. Ossia l’apice visionaria dell’esaltazione del tennis come lotta contro se stessi, come superamento dei propri limiti. L’avversario sul campo? E’ solo un “partner di ballo”, come sostiene lo scrittore statunitense in Infinite Jest.
“Il tennis come esperienza religiosa” è tra i migliori pezzi del Wallace saggista. Lontano dalla schizofrenia dei romanzi, il saggio porta il lettore dentro due visioni. La prima è quella che mostra il tennis come feeling, sensazione, esperienza vissuta tra le dita. “E’ come un mix tra la boxe e gli scacchi”, spiega DFW. E’ non solo vedere la palla più grande o più piccola a seconda della velocità o sentirla emettere un suono che dalla tv non si intercetta. Ma è anche cercare di comprendere le strategie dei giocatori.
“Sampras colpisce la palla con l’economia disinvolta che caratterizza tutti i veri campioni in fase di riscaldamento, la serena nonchalance di un animale in cima alla catena alimentare. (…) Appare quasi fragile, cerebrale, un poeta, saggio e triste allo stesso tempo, stanco come solo le democrazie sanno esserlo”.
“Philippoussis somiglia a un grande e temibile esercito; Sampras è più navale, della scuola che manovra e accerchia. Philippoussis è oligarchico: ha una volontà e cerca di imporla. Sampras è più democratico, cioè più caotico ma anche più umano”.
Una partita di tennis non è solo chi colpisce la palla più forte. In quella stessa partita DFW vede una democrazia caotica – ma più umana – che lotta contro un oligarca. Vede la consapevolezza di un animale in cima alla catena alimentare. Non solo. Perché il campo da tennis è diviso in due parti uguali separate da una rete? Perché è uno specchio. Davanti al quale ogni giocatore trova il suo avversario peggiore. Ossia se stesso.
“Ma la verità è che qualunque divinità, entità, energia o fluttuazione genetica casuale produca i bambini malati produce anche Roger Federer”.
Finale con la citazione che rende il tutto più “religioso”. E’ questa la seconda visione. Così come qualcuno o qualcosa ha avuto la pena di creare i bambini malati, allo stesso modo ha innalzato la grazia nelle giocate sublimi di Roger Federer.
David Foster Wallace al momento è al sesto posto della classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre, dopo le analisi di Considera l’aragosta, Brevi interviste con uomini schifosi e La scopa del sistema.