Pubblichiamo un estratto di “Meglio un giorno”, il libro di Fabio Granata, già dirigente del Fdg, ex assessore della regione Sicilia ed ex deputato di An ora vicino a Green Italy, edito da Eclettica. Dal capitolo “La destra di Paolo Borsellino”
Forse saranno state queste parole ma, insieme, avrà certamente contribuito il riemergere della nostra “storica” fotografia al tavolo di presidenza della Festa Nazionale del Fronte della Gioventù del settembre del 1990 a Siracusa con Paolo Borsellino e Gianni Alemanno, “riemersa” sul web nei giorni tragici di Mafia Capitale mentre infuriava la demonizzazione di una intera comunità politica con accuse infamanti e gravissime.
Sarà stato il riemergere alla memoria delle parole di Beppe Niccolai in un comizio di tanti anni fa in Sicilia e la sua nobile e ispirata contrapposizione, a mafia e cemento, della “civiltà del pane e del paesaggio” – immagini che fecero piangere di commozione i contadini comunisti della sezione del PCI di Comiso.
Saranno state le battaglie solitarie, coraggiose e spesso incomprese di Angela Napoli in Calabria o i ricordi legati a Beppe Alfano e alla sua denuncia irriducibile e testarda della mafia emergente in Sicilia orientale che gli costò la vita nell’indifferenza di troppi o le ricorrenti e belle parole, gli incoraggiamenti e la stima di tanti siciliani e il loro giudizio entusiasta sulle esperienze di Governo e di contrasto alle mafie che mi accomunano a Nello Musumeci.
Certamente avrà contribuito il rispetto, la riconoscenza e l’affetto per il rigore militante di Mauro, Raoul e Carolina e di tante ragazze e ragazzi palermitani, la “loro” fiaccolata del 19 luglio ogni anno più partecipata, al di là e oltre gli alti e bassi della politica siciliana, il ricordo delle vivaci intelligenze e dell’entusiasmo contagioso delle attività dell’Accademia della Politica di Bartolo.
Avranno molto contribuito le battaglie in difesa della bellezza e del paesaggio siciliano, Ferruccio e Costanza e la nostra bella “comunità di difesa dell’ identità minacciata”.
Sicuramente saranno state le suggestioni dei racconti del caro Fabio Tricoli e del compianto Marzio, sull’ultimo pranzo al sole di Paolo Borsellino: i quattro calci spensierati su un prato di fronte al mare, la gioventù allegra e forte della scorta, la bionda e dolce Emanuela in un giardino assolato di una domenica caldissima di luglio, pochi minuti prima di esser spazzati via da uomini vili e per sempre maledetti.
Avrà quindi contribuito una recente visita alla Fondazione Tricoli, le belle foto di Pippo e dei suoi comizi, le migliaia di libri e il riaffiorare dei suoi pensieri rigorosi e lungimiranti sulle origini storiche del potere mafioso.
Saranno state le discussioni, a volte estenuanti, con Peppe Nanni e Monica Centanni e la nostra mai interrotta volontà di “provarla nuova”.
Certamente avranno influito il ricordo emozionante e vivo di una moltitudine entusiasta e consapevole in una fredda mattinata a Bastia Umbra e le “promesse di novità” e di cambiamento delle quali non siamo stati all’altezza.
Sarà stata la vergogna e il dolore provati in Parlamento per le posizioni politiche e i voti espressi da alcuni di quelli che avevano condiviso con noi una vita di barricate e lotte difficilissime, il loro contributo osceno e determinate per salvare temporaneamente dalla galera gente come Cosentino, Dell’Utri e tanti altri o l’indifferenza, se non la sostanziale condivisione, di tanti “duri e puri” alle vergognose e ripetute parole sull’eroismo di Vittorio Mangano.
E poi le tante battaglie di un impresentabile “centrodestra” in difesa di chi aveva inquinato, avvelenato, frodato e fatto prosperare l’Italia delle mafie e delle Terre dei Fuochi quasi sempre insieme e alleato a tanta parte della sinistra italiana, venduta alle mafie e alla corruzione e asservita al partito unico del denaro e degli affari.
Le immagini squallide dei cumuli di spazzatura nelle strade di Napoli a oltraggiarne la bellezza e la storia e la loro completa “magica sparizione” alla vigilia delle elezioni.
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