In questo periodo di Lega nazionale, le legittime rimostranze di Maroni e Zaia in difesa del nord, contro Roma che invia migliaia di immigrati sopra il Po, sembrano depotenziate.
Eppure Maroni e Zaia potrebbero, attuando per la prima volta una mossa davvero rivoluzionaria, andare in Europa, dalle istituzioni europee e dalla Merkel stessa, come esponenti della macroregione italiana settentrionale (come nel progetto riformista di Gianfranco Miglio) per chiedere un cambio di rotta nella gestione del fenomeno-immigrazione.
La macroregione settentrionale
La Lombardia e il Veneto insieme contano 15 milioni di abitanti e hanno insieme un pil di quasi 500 milioni di euro. Ben più di molti stati europei. E soprattutto, rappresentano metà della produttività italiana. Al posto di rimanere succubi di un Alfano o di un Renzi e di tutti gli interessi enormi che in Italia, ormai è provato, ruotano attorno al business dell’immigrazione, i due governatori leghisti dovrebbero superare Pontida e arrivare fino a Bruxelles e Berlino. Per svolgere in pieno un ruolo nazionale: gli effetti dell’immigrazione incontrollata hanno cambiato i connotati delle città italiane, riempiendo le tasche di quattrini di speculatori senza sentimenti sulla pelle degli schiavi del nuovo millennio.