Gli spagnoli vincono la loro quarta Europa League (prima Uefa) e conquistano l’accesso alla prossima Champions.
Immaginate il Siviglia in Champions League? Però attenzione, basta un terzo posto nel girone ed è un attimo ritrovarti questa squadra a Basilea, sede della prossima finale. Gli andalusi in Europa League non vincono, regnano: secondo trionfo consecutivo, quarto in dieci anni (le prime due erano ancora Coppe Uefa). Un ruolino impressionante: quattro vittorie in altrettante quattro finali, più successi che chiunque altro nella storia: superate Juve, Inter e Liverpool con tre. Fino al 2005 gli spagnoli sapevano vagamente come fosse fatta una finale. Il quarto successo, il secondo targato Unai Emery Etxegoien (il tecnico basco che ha iniziato ad allenare il Lorca nel gennaio 2005 mentre disputava la sua ultima stagione da calciatore), è arrivato dopo un 3-2 a tratti spettacolare contro gli ucraini del Dnipro che hanno onorato il traguardo raggiunto ed evitato di far riesplodere i rimpianti del Napoli. Sono una squadra migliore di quanto non fosse stata dipinta.
A Varsavia non c’è stata dunque gloria per l’est europeo, nonostante i tentativi fino al 90’ di Konoplyanka, classe 1989, uno che farà ancora parlare di sé. È stata la sera del colombiano di Barranquilla Carlos Bacca, che ha confermato un feeling particolare anche dei connazionali con questa coppa. Sulle orme di Radamel Falcao c’è lui: sette gol nella competizione, due in finale, uno decisivo al 27’ del secondo tempo, quando Vitolo con un tocco d’esterno lo ha liberato davanti a Boyko.
Adesso lo aspetta la storia. E la Champions la prossima stagione, a Siviglia o altrove. Ma oltre che dell’attaccante, è stato anche il trionfo dell’argentino Éver Banega (man of the match Uefa), talento cristallino persosi per strada. Ma soprattutto di Unai Emery: nelle sfide dirette non perde mai.
Le sue squadre corrono, partono, fanno male. E questa volta, grazie anche a un Dnipro poco catenacciaro, ha fatto pure spettacolo.
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@MarioBocchio